20 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Francesca Basso

«Le recenti misure politiche messe in atto sono una marcia indietro sulle precedenti riforme». La Commissione europea contesta tutta la programmazione economica


Conti pubblici, lavoro, investimenti, giustizia e banche. Una radiografia dell’economia italiana, che è anche un’analisi della nostra società. «In Italia le prospettive di crescita e delle finanze pubbliche sono peggiorate, e le recenti misure politiche messe in atto costituiscono una marcia indietro su alcuni elementi di precedenti riforme, incluse quelle legate al sistema pensionistico» scrive la Commissione europea nelle raccomandazioni all’Italia (ma ieri le «pagelle» sono state consegnate a tutti gli Stati membri come prevede il Semestre europeo). L’obiettivo delle raccomandazioni è aiutare i Paesi a programmare per i prossimi diciotto mesi la politica economica. Sono il risultato dell’analisi dei programmi nazionali presentati ad aprile e delle relazioni della Commissione pubblicate a febbraio. L’Italia è chiamata a intervenire in cinque grandi aree.

Conti pubblici
L’Italia deve ridurre il proprio debito pubblico. Ieri la Commissione ha certificato che il criterio del debito, secondo i parametri Ue, non è stato rispettato e dunque una procedura per deficit eccessivo è «giustificata». La spesa pubblica, al netto degli interessi, dovrà essere ridotta. Il governo dovrà usare le entrate inattese per abbattere il debito, spostare la tassazione dal lavoro, combattere l’evasione, specialmente l’omessa fatturazione, rafforzando l’uso di pagamenti elettronici, e abbassando la soglia per i pagamenti in contanti. Dovrà anche «attuare pienamente le passate riforme delle pensioni per ridurre il peso di quelle di vecchiaia sulla spesa pubblica e creando spazio per altre spese sociali pro-crescita». La spesa per le pensioni di vecchiaia è stata circa il 15% del Pil nel 2017, uno dei più alti dell’Ue. La Commissione prevede un peggioramento dei conti nei prossimi anni anche in seguito al congelamento dell’adeguamento alla spettanza di vita. Di fatto viene bocciata quota 100. Ma anche l’ipotesi di flat tax. Il documento osserva che «il sistema fiscale dell’Italia continua a pesare molto sui fattori di produzione». Chiede anche di ridurre la «tax expenditure», ovvero le agevolazioni fiscali, deduzioni e detrazioni.

Lavoro
Nonostante il rallentamento dell’economia, osserva la Commissione Ue, l’occupazione continua a crescere nel 2018 anche se più lentamente rispetto all’anno precedente. Restano però le differenze tra nord e sud e il mercato è segmentato. Lo sforzo che viene chiesto all’Italia è di far emergere il lavoro nero, estendere le tutele ai giovani, favorire la partecipazione femminile al mondo del lavoro. Per Bruxelles bisogna aumentare la preparazione scolastica e sviluppare competenze digitali. Sul reddito di cittadinanza, che non viene bocciato, la Commissione solleva dei dubbi sul rischio che al Sud si accompagni a un lavoro in nero.

Investimenti
Sono diversi gli ambiti in cui andranno concentrati gli investimenti per recuperare l’arretratezza del Paese. A cominciare da ricerca, sviluppo e innovazione per aumentare la produttività della nostre Pmi. Servono fondi anche per migliorare la qualità delle infrastrutture, che è ancora molto diversa da regione a regione: ferrovia, strade e un sistema di trasporti sostenibile. Bruxelles sollecita anche la realizzazione dell’infrastruttura digitale per consentire ad aziende e famiglie di avere accesso alla banda ultra-larga. L’Italia deve investire di più anche sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione e per ridurre le barriere che frenano la competitività nei servizi e nel commercio.

Giustizia e banche
Il tempi della giustizia restano fonte di «preoccupazione»: vanno accorciati e semplificati. Inoltre vanno rafforzate le misure anti-corruzione. Il sistema bancario ha continuato a fare progressi, ammette Bruxelles, ma il sistema del credito rimane bancocentrico. Bisogna accelerare il processo di ristrutturazione degli istituti, specie quelli di piccole e medie dimensioni, continuando con la riduzione dei crediti deteriorati.

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