19 Settembre 2024

La Corte dei Conti avverte che nelle casse dello Stato entra solo una piccola parte delle entrate previste per le sanatorie. E il numero degli evasori aumenta

Nella legge di Bilancio 2019 il ministro Matteo Salvini volle a tutti i costi un «saldo e stralcio» asseritamente «per i poveri», cioè la possibilità di estinguere le cartelle esattoriali 2000-2017 in carico all’Agenzia delle Entrate pagando solo dal 16 al 35% dell’importo dovuto, a condizione di avere un reddito Isee inferiore ai 20 mila euro annui: Salvini vagheggiò un gettito di 30 miliardi, tecnici della Lega pronosticarono 4 miliardi, finì che entrarono nelle casse dello Stato 900 milioni.
Del resto già le «rottamazioni» e il «saldo e stralcio» varati tra il 2016 e il 2018 registrarono istanze per 53,8 miliardi di introito previsto, di cui però 33,6 miliardi poi non sono mai stati versati. E lo stesso ministero del Tesoro ha messo in conto un mancato introito di 1,6 miliardi già nel primo anno dei dodici condoni-sanatorie-rottamazioni-stralci di cartelle-definizioni agevolate-chiusure di liti fiscali decisi nell’ultima manovra.
Ecco perché — di fronte al rinnovato auspicio di Salvini di una «pace fiscale» vendicatrice di «milioni di italiani tenuti in ostaggio» dal Fisco, così come in precedenza di fronte all’infelice comizio della premier Giorgia Meloni sul «pizzo di Stato» dell’Agenzia delle Entrate — la cecità più rimarchevole non è la pur colossale contraddizione di un governo che ha appena approvato l’attività del Fisco attraverso la riconferma del suo direttore. È invece la cecità che non fa più vedere alle persone, anche e soprattutto a quelle che alla «pace fiscale» magari plaudono, quanto già sia costato loro nelle precedenti versioni «un sistema perverso che si autoalimenta»: quello nel quale, riassume la Corte dei Conti, «più i contribuenti sono consapevoli di una sostanziale impunità, più si allarga la platea degli evasori, più il sistema dei condoni priva di risorse indispensabili e costringe a tagli di spesa Regioni, Province e Comuni».

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