19 Settembre 2024

Fonte: Repubblica

restauro-post-terremoto

di Valentina Bernabei

Da Amatrice ad Aleppo seguendo il recupero dei beni artistici come simbolo di storia e cultura: un’esposizione lo racconta al Museo di Sant’Eustorgio di Milano

 

Salvare il patrimonio artistico: è questo l’intento a cuore di tanti restauratori che, ogni giorno, con il loro lavoro, cercano di tutelare la preziosità dei beni culturali posseduta e conservata in ogni Paese. Compito spesso invisibile, anche se frutto di studi e tecniche da specialisti, che si nutre di nuove tecnologie e aggiornamenti necessari per restaurare sempre meglio.
In questi giorni se ne parla per due notizie, entrambe buone. La prima riguarda il recente terremoto laziale del 24 agosto  e giunge dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo: le squadre di rilevamento danni, insieme a molte figure professionali  di diversi settori (carabinieri, vigili del fuoco, volontari, restauratori, nucleo Speleo Alpino Fluviale etc), hanno completato l’intervento di messa in sicurezza delle opere d’arte conservate nella chiesa di S. Agostino ad Amatrice, iniziato mercoledì 7 settembre. Sono state così recuperate le opere presenti all’interno della chiesa di S. Francesco a Accumoli mentre nella chiesa di S. Agostino ad Amatrice si è lavorato sui due grandi dipinti posti posti sulla controfoacciata lesionata: un olio su tela di Luigi Cherubini (sec. XIX) e un olio su tela di anonima fattura (sec. XX) raffigurante il Matrimonio mistico di S. Caterina.  Oltre a questi  due lavori sono stati messi in sicurezza altri dipinti.
Ma cosa c’è dietro questo grande lavoro di salvaguardia prezioso per non far dimenticare il nostro presente e il nostro passato? Una mostra – e questa è la seconda buona notizia – lo spiega. Si tratta dell’esposizione “Salvare la Memoria”, dal 15 settembre al 6 novembre 2016 nel Museo di Sant’Eustorgio di Milano, museo di origine cattolica legato alla basilica omonima e alla quattrocentesca cappella Portinari.
“Salvare la Memoria” è dedicata sia all’archeologo siriano Khaled Asaad, trucidato dai miliziani del sedicente stato islamico il 18 agosto 2015, sia al prezioso, e spesso anonimo, gruppo di Monuments Men, uomini che lavorano per  il recupero di quel patrimonio artistico che è storia di tutti.
Un patrimonio che può scomparire, purtroppo, da un momento all’altro, sconfitto da guerre, come quella in Siria o da eventi naturali inaspettati e incontrollabili, come ad Amatrice.
La mostra milanese, curata da Sandrina Bandera ed Elena Maria Menotti, raccoglie cinquecento fotografie originali di forte impatto visivo. Ma il fine è anche didattico: documenti, filmati, testimonianze dirette, pannelli didascalici portano a riflettere sulla responsabilità che abbiamo verso il futuro del nostro Paese, per i beni nostri e delle generazioni a venire. Per questo, a conclusione della mostra, sono presenti alcune recenti immagini degli abitanti di Aleppo, accompagnate dalle parole di padre Ibrahim Alsabagh, parroco francescano della principale parrocchia cattolica di Aleppo.
L’esposizione fa vedere anche le devastazioni connesse ai terremoti, da quello dell’Emilia, al Friuli ad Assisi, a Bam, da L’Aquila sino al Nepal, passando per l’alluvione del 1966 a Firenze e l’esercito degli “Angeli del fango”. L’intento della mostra non è negativo.
Durante il periodo di apertura della mostra, fino al 6 novembre, si terranno incontri con i protagonisti di vicende di salvaguardia e difesa del patrimonio artistico mondiale e saranno ricordati nomi – italiani e non- che hanno svolto un lavoro egregio in questo settore, da ex direttori della Pinacoteca di Brera ai salvatori del ponte di Mostar, in Bosnia-Erzegovina.
La mostra, infine, pone l’accento anche sulla salvaguardia di grandi opere di ingegneria, come nel caso dell’innalzamento dei templi di Abu Simbel per consentire l’invaso della diga di Assuan, e sui “blue shields”, il Comitato Internazionale dello Scudo Blu (ICBS) fondato nel 1996 con la missione di “lavorare per proteggere il patrimonio culturale mondiale minacciato da guerre e disastri naturali”.

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