È infatti entrato in vigore l’obbligo di ottenere una autorizzazione elettronica preventiva (ETA) per poter fare ingresso nel Regno Unito

Dalla scorsa settimana la Manica è un po’ più larga: è infatti entrato in vigore l’obbligo di ottenere una autorizzazione elettronica preventiva (ETA) per poter fare ingresso nel Regno Unito. È l’ultima conseguenza della Brexit, l’uscita di Londra dall’Unione europea formalizzata il 31 gennaio di cinque anni fa:a questo punto la Gran Bretagna è, per i cittadini della Ue, in tutto e per tutto un Paese extra-europeo, al pari degli Stati Uniti o dell’Australia.
Bisognerà andare online o su una app, mettere i propri dati e una foto, pagare un balzello di 10 sterline (circa 12 euro, che presto però diventeranno 16 sterline, ossia quasi 20 euro, e per una famiglia magari di quattro persone, visto che i bambini non sono esentati, comincia a essere un bel salasso). Londra come New York, dunque.
Ma è proprio così? Certo, la Gran Bretagna aveva sempre mantenuto un controllo più stretto sui propri confini, non aderendo mai, per esempio, allo spazio Schengen; e l’introduzione dell’ETA è stata motivata con la necessità di monitorare gli ingressi ed evitare abusi, nel momento in cui l’immigrazione è tornata a essere la preoccupazione numero 1 dell’elettorato (e di conseguenza del governo). L’introduzione dell’ETA era stata certo annunciata da un pezzo, e tuttavia nel frattempo il mondo è cambiato radicalmente: il disimpegno americano (anzi, l’ostilità) sta spingendo inesorabilmente Londra verso l’Europa.
Ne è la prova il ruolo di leadership assunto dal governo di Keir Starmer per fornire garanzie all’Ucraina tramite una forza di pace: un impegno che potrebbe a breve sfociare in un patto formale di difesa e sicurezza fra la Gran Bretagna e l’Unione europea, a sua volta apripista per una più stretta relazione a 360 gradi, pur senza ventilare un rientro nella Ue. In questo frangente, l’introduzione dell’ETA appare il colpo di coda di un divorzio che si sta già cercando di gettare alle spalle, un anacronismo che con un po’ di buona volontà si sarebbe potuto rimettere nell’armadio, come un cappotto fuori moda.

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