Fonte: Corriere della Sera
di Dacia Maraini
Mettere paura, fare chinare la testa, sembra essere il massimo del godimento per questi giovani esaltati, quasi un’esplosione trionfale di narcisismo maschile
Ancora una volta corpi di ragazzi insanguinati trasportati su lettighe improvvisate. Corse, grida di aiuto, macchine della polizia, pistole che passano di mano in mano, mitragliatrici in agguato, studenti che sfilano con le braccia alzate. Sembra proprio una guerra. Ma una guerra che da frontale si sta trasformando in qualcosa di liquido, imprevedibile. Una guerra che non trova i nemici di fronte, ma dentro le proprie città, nascosti dentro le case. La nuova guerra mondiale degli intolleranti contro chiunque si prenda delle libertà: libertà civili, libertà amorose, libertà religiose, libertà sessuali, libertà di studio. Con tutta l’euforia e l’orgoglio di chi per una volta prende il diritto di giudicare il mondo, per punirlo. Non perché abbia commesso qualche colpa, ma per lo stesso fatto di esistere. Un principio squisitamente hitleriano. La colpa è ontologica e non si discute. Mettere paura, fare chinare la testa, sembra essere il massimo del godimento per questi giovani esaltati, quasi un’esplosione trionfale di narcisismo maschile. Le ideologie, la religione, la giustizia, perfino la vendetta non c’entrano affatto. Basta leggere l’interessantissimo libro che il Corriere ha pubblicato di recente «Jinan Schiava dell’Isis», per capire di cosa è fatta questa intolleranza che vuole punire il mondo in nome di una morale astratta e inconsistente: povere ragazze yazide che vengono rapite, trattate come schiave, sottoposte a stupri di gruppo, costrette a recitare il Corano a furia di botte, utilizzate per pulire, cucinare,lavare e stirare le loro camicie nere. E quando disobbediscono, prese a pugni, a frustate, lasciate senza acqua per giorni e poi costrette a bere dentro un bacile in cui galleggiano topi morti. Il sadismo tronfio di chi sa di potere disporre a suo capriccio dell’altro, proprio come nei campi di sterminio. Giustificato idealmente da un Dio feroce che lo aspetta in un paradiso con tanti capretti arrostiti e vergini da stuprare. Il paradosso: più vogliono fermare la storia con modi e costumi di quasi 2000 anni fa, più mitizzano la tecnologia: armi sofisticate, giri internazionali di denaro, mezzi di comunicazione modernissimi. Non credo che abbiano un futuro, ma non vorrei che con il loro potere di incantare i giovani maschi frustrati, ci si debba mettere anni per pacificarli, come è successo con Hitler. Sarebbe un disastro per tutti. Hanno già abbastanza avvelenato le nostre vite col sospetto, la paura, l’irrigidimento politico.