19 Settembre 2024

Il governo nordafricano ha vietato l’ingresso nel Paese alla delegazione della Ue. Non è solo un incidente diplomatico: l’episodio mette ancora più in evidenza che il rapporto con il presidente Kaïs Saïed non è poi così costruttivo

La Commissione europea ha espresso «stupore» e «rammarico» per la decisione del governo di Tunisi di vietare l’ingresso nel Paese a una delegazione della commissione Affari esteri del Parlamento Ue, composta da cinque eurodeputati. L’obiettivo del viaggio era «comprendere la situazione politica attuale del Paese, sostenere un dialogo nazionale inclusivo e valutare il memorandum d’intesa firmato dall’Ue e dalla Tunisia». Il presidente Kaïs Saïed non deve avere gradito. L’Eurocamera ha condannato la decisione e ha chiesto spiegazione perché «questa condotta non ha precedenti dalla rivoluzione democratica del 2011». Non è solo un incidente diplomatico. Questo episodio mette ancora più in evidenza che il rapporto con il presidente Kaïs Saïed non è così costruttivo come invece viene riferito da Bruxelles e da Roma (se non fossero bastati gli sbarchi che non accennano a diminuire).
Il timing della notifica del divieto alla missione del Parlamento, comunicata proprio la sera del discorso sullo Stato dell’Unione di von der Leyen, è ancora più significativo perché la presidente aveva detto poche ore prima che il memorandum con Tunisi è un modello da ripetere e aveva anche sottolineato che è «un partenariato che comporta vantaggi reciproci che vanno al di là della migrazione». La capogruppo dei socialisti al Parlamento Ue Iratxe García Pérez ha chiesto alla presidente della Commissione Ue di «sospendere immediatamente l’attuazione del memorandum» con Tunisi e ha incalzato il Ppe e il suo presidente Manfred Weber, che difende l’accordo, di «riconoscere che era un’idea sbagliata fin dall’inizio». I dubbi sull’opportunità e sull’efficacia dell’accordo erano stati sollevati fin da subito da alcuni Paesi Ue e forze politiche preoccupati per il mancato rispetto dei diritti umani e della democrazia in Tunisia. Ora sarà più difficile far finta di niente.

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