21 Novembre 2024

La cerimonia di inaugurazione sì è svolta al Teatro Sociale. Ed è stato un incontro non paludato, ma vissuto già con la giusta tensione di chi, fin dal mattino, ha iniziato a vedere Trento trasformarsi in un teatro a cielo aperto in cui l’economia si è dimostrata una scienza non triste, ma capace di raccontare “il futuro del futuro”, come è il titolo della quattro giorni di quest’anno

Sviluppare e incrementare l’autorevolezza scientifica e il livello del dibattito. Ma, allo stesso tempo, coinvolgere i ragazzi e le ragazze. Le famiglie. Coniugando il massimo della credibilità con lo spirito, anche, del divertimento. Ascoltare le voci degli imprenditori. E procedere alla fusione della dimensione locale e con il profilo internazionale.

È la diciottesima edizione del Festival dell’Economia di Trento. È la seconda organizzata dal Sole 24 Ore.

Ed è stato un incontro non paludato, ma vissuto già con la giusta tensione di chi, fin dal mattino, ha iniziato a vedere Trento trasformarsi in un teatro a cielo aperto in cui l’economia si è dimostrata una scienza non triste, ma capace di raccontare “il futuro del futuro”, come è il titolo della quattro giorni di quest’anno.

Tamburini: Futuro fonte di resilienza

Ha esordito il presidente del gruppo Il Sole 24 Ore Edoardo Garrone: «Abbiamo sempre rispettato la tradizione e l’anima scientifica del Festival. Il contributo culturale e civile che, quest’anno come già l’anno scorso, portiamo consiste in una innovazione dei format e dei linguaggi. In questa maniera, possiamo come gruppo mediatico e come impresa culturale fornire il nostro specifico contributo, che è quello di elaborare e proporre chiavi di lettura e codici di interpretazione alle crisi epocali, alla rapidità dei cambiamenti, alla riconfigurazione degli scenari. La nostra responsabilità è anche quella di aiutare i ragazzi nella risposta a queste sfide».

Il tema dei giovani è ricorso spesso nella cerimonia di inaugurazione, due ore che hanno avuto – in una sorta di dialogo a distanza fra generazioni – anche il saluto commosso di un vecchio leone della finanza italiana, nonché fondatore di Intesa Sanpaolo insieme a Giovanni Bazoli, come Enrico Salza («sono felice di essere qui, nel giorno del mio ottantaseiesimo compleanno»).

Una cerimonia – peraltro – che ha avuto anche il contributo – emotivamente e esteticamente molto bello – della traduzione in diretta nel linguaggio dei segni per i non udenti operata da due specialiste come Francesca De Carli e Valentina Bellamoli.

Una cerimonia – o, meglio, una intera manifestazione – segnata da un desiderio non retorico e astratta di confronto e di inclusività. «Mi ha fatto molto piacere – ha notato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti – che, oltre a un numero nutrito dei ministri del governo presenti nel programma del festival, il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini abbia intervistato Elly Schlein, la segretaria del Pd e capo dell’opposizione. Come, sempre nell’idea di un festival che unisce le persone, ho trovato interessante che Tamburini abbia partecipato l’altro giorno all’assemblea degli albergatori. Questo vuol dire essere vicini alla gente e vicini agli imprenditori. Con grande naturalezza e semplicità».

Il Festival dell’economia di Trento, nella cifra conferita dal gruppo Il Sole 24 Ore sta, quindi, costruendo una fisionomia di coesione e di inclusività, discorsi alti e stare insieme, proporre analisi alate e realizzare gesti concreti. Ha detto con orgoglio l’amministratrice delegata Mirja Cartia d’Asero: «Il nostro è il primo gruppo editoriale ad avere ricevuto la certificazione della parità di genere. Per noi il Festival è strategico. In tutto e per tutto. L’anno scorso i panel degli incontri erano al 23% femminili. Quest’anno la quota è salita di dodici punti: il 35% dei partecipanti è composto da donne. Si tratta di un risultato molto, molto importante».

Questa volontà di realizzare un progetto culturale e civile di ampio respiro è stata confermata anche dal sindaco di Trento, Franco Ianeselli, che ha ricordato come le tre caratteristiche, in questo momento, della sua città siano lo spessore culturale del festival, la concretezza del progetto da 1,3 miliardi di euro per la rete ferroviaria che dovrebbe tenere il traffico merci fuori dal perimetro urbano abitato e la grande sfida di Trento capitale europea, per il 2024, del volontariato.

Il Festival dell’economia è un viaggio dentro ai limiti della cultura italiana (la prevalenza del genere maschile, questa volta ridotta significativamente) e anche una connessione diretta con i luoghi del “vasto mondo”, laddove accadono le cose. «Il link fra radicamento territoriale e dimensione globale – aggiunge l’amministratrice delegata – è stato per la prima volta messo in atto con gli incontri avuti con esponenti della business community, del mondo della ricerca e dell’università straniere: San Francisco, Lugano, Johannesburg e Abu Dhabi sono stati essenziali per iniziare a costruire anche questo nuovo pezzo del nostro discorso pubblico».

Il rigore della ricerca scientifica – come lingua franca della cultura e del sapere internazionale – è stato citato da Paola Iamiceli, prorettrice vicaria dell’Università di Trento: «La risposta ai giovani e alle loro paure è questa. Il rigore. La profondità del pensiero. La semplicità non banale nella comunicazione. Il dialogo. Guardarsi negli occhi gli uni con gli altri. Per questo credo che sia fondamentale il riferimento a loro. Sia come destinatari delle nostre proposte sia come primi fautori del mondo che verrà».

Il rigore nell’attitudine scientifica si è unito, peraltro, già fin dalle prime ore del Festival, con un senso non banale né superficiale di divertimento: «Il lavoro organizzativo durato un anno – ha sottolineato Federico Silvestri, direttore generale media e business del Sole 24 Ore – è stato orientato molto al coinvolgimento delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi».

I ragazzi, dunque. Le nuove generazioni. Il dialogo fra chi ha già vissuto e chi invece sta per entrare nella adolescenza e, poi, nella vita adulta in questo drammatico tempo nuovo.

Su questo si è espresso Fabio Tamburini, nella sua veste di presidente del Comitato scientifico del Festival: «Il futuro si sta costruendo alla velocità della luce. È sufficiente pensare a quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla finanza, sulla industria, sulla nostra quotidianità. E a quali conseguenze avranno i nuovi avveniristici viaggi della Space Economy, anche per collegare continenti che oggi sono distanti ore e ore di viaggio. Domani non sarà più così. La tensione deve essere naturalmente rivolta soprattutto a loro. In un momento in cui, con le nuove innovazioni, e con i rivolgimenti della geopolitica, in cui ha fatto di nuovo la sua comparsa la guerra, si è verificato un mutamento totale del paradigma. Tocca a noi provare a costruire un pensiero e un dibattito su tutto questo. Il Festival dell’economia di Trento serve a questo».

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