Fonte: Corriere della Sera
di Marco Galluzzo
l premier: acceleriamo sul negoziato per liberare i fondi. Di Maio (ma anche Gualtieri) per l’intervento fiscale . Berlusconi: bene, non disperdere le risorse in mille rivoli
A Palazzo Chigi non si brinda per scaramanzia, perché ora inizierà un negoziato difficile e si spera che non venga toccata la quota dei cosiddetti «grants», ovvero dei finanziamenti a fondo perduto, ma è comunque grande la soddisfazione, mentre si apre già un dibattito politico sulla destinazione dei fondi stessi. Giuseppe Conte riceve i complimenti per averci sempre creduto da alcuni leader europei, ed è anche il primo a reagire: parla di «ottimo segnale da Bruxelles; che va esattamente nella direzione indicata dall’Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo puntato dall’inizio. 500 miliardi a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo sul negoziato per liberare le risorse presto. Che le capitali europee lo assecondino».
Non sarà facile, Olanda e Svezia hanno già fatto numerosi rilievi, il prossimo Consiglio europeo a giugno potrebbe non bastare per raggiungere un accordo definitivo, ma intanto la base di partenza privilegial’Italia come primo Paese destinatario dei fondi.Il nostro paese, se la proposta della Commissione passasse così com’è, otterrebbe stanziamenti a fondo perduto per 81,8 miliardi e prestiti per 90,9 miliardi. Una delle ipotesi sul tavolo dell’esecutivo è quella di usare parte dei fondi che arriveranno per un corposo taglio fiscale. Un’ipotesi che Luigi Di Maio mette nero su bianco, e che viene accarezzata, anche se non in modo ufficiale anche dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che definisce quella della Commissione «una proposta all’altezza della sfida e della necessità di sostenere il rilancio dell’economia con strumenti e risorse comuni. Un passo avanti storico, ora lavoriamo per adottarla rapidamente».
Esplicito Luigi Di Maio, ministro degli Esteri: «La priorità adesso, se vogliamo affrontare la crisi, è abbassare le tasse. Se sbagliamo come nel 2008 non faremo altro che mettere in crisi altre famiglie. Usiamo i soldi del Recovery Fund per abbassare la pressione fiscale». Mentre Enzo Amendola, ministro per gli Affari europei, guarda già al piano che «il governo definirà, come ha detto Conte, un Recovery Plan nazionale collegato alle misure europee. Diamo concretezza a un grande piano di trasformazione e riforma del Paese». Si fa sentire anche Silvio Berlusconi: «Ora è fondamentale che il governo utilizzi bene questi fondi, per il sistema delle imprese e il mercato del lavoro, superando le lentezze della nostra burocrazia. Se disperdessimo queste risorse in mille rivoli assistenziali, come è accaduto negli ultimi provvedimenti del governo, andrebbe sprecata una straordinaria opportunità per agganciare la ripresa dell’economia europea».
«Molto bene la proposta della Commissione europea sul Recovery Fund. Unione europea batte populisti 750 (miliardi) a zero», scrive il leader Iv, Matteo Renzi. Per Matteo Salvini: «Nessuna buona notizia concreta per l’Italia, per ora solo altre parole». «Prendiamo atto che qualcosa si è mosso ma la proposta della Commissione Ue non è soddisfacente», commenta la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.