23 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il premier in una lettera ai presidenti di Camera e Senato sulla proposta delle linee guida per la definizione del piano italiano per accedere ai fondi europei. “Occasione storica, serve dialogo”

 

Sei missioni: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute. Su questi punti si articolerà il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), secondo le linee guida del Recovery fund inviate da Giuseppe Conte alle Camere. Le missioni, si legge nel documento, “rappresentano aree tematiche strutturali di intervento”.
Raddoppiare il tasso di crescita dell’Economia italiana portandolo dalla media del +0,8% dell’ultimo decennio ad un livello in linea con la media europea dell’1,6%; aumentare gli investimenti portandoli al 3% del Pil, conseguire un aumento del tasso di occupazione di 10 punti percentuali salendo dall’attuale 63% dell’Italia al 73,2% dell’attuale media Ue; portare la spesa per ricerca e sviluppo al 2,1% rispetto all’attuale 1,3%. Sono questi alcuni degli “obiettivi quantitativi” e “sfide” che il governo punta a realizzare con le proposte del piano Next Generation Eu, previsto con il Recovery Fund.

Meno tasse su ceti medi e famiglie
“Una riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta, finalizzata a disegnare un fisco equo semplice e trasparente per i cittadini, che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli e acceleri la transizione del sistema economico verso una maggiore sostenibilità ambientale”. È un altro dei punti delle linee guida indicato nel capitolo “riforma del Fisco” che prevede di trasferire l’onere “dalle persone alle cose” e un “alleggerimento della pressione fiscale unitamente ad un sistema impositivo favorevole alla crescita”. “Il governo – viene inoltre spiegato – ha deciso di disattivare anche tutti gli aumenti di Iva e accise previsti dalle clausole di salvaguardia”.

Salario minimo
Entra anche il salario minimo nelle linee guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza inviate dal governo al Parlamento. “L’introduzione del salario minimo legale – si legge nel documento – garantirà ai lavoratori nei settori a basso tasso di sindacalizzazione un livello di reddito collegato ad uno standard minimo dignitoso, evitando al contempo dumping contrattuale e rafforzando la contrattazione nei settori in cui è più debole”. La tutela dei lavoratori più fragili sarà inoltre realizzata attraverso il rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale e della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro.

Equità, si parte da Family act e Irpef
Equità sociale, di genere e territoriale. È un’altra delle sei missioni indicate nelle linee guida sul Pnrr inviate dal governo al Parlamento. Per raggiungere l’obiettivo ambiti di intervento indicati vanno dalla creazione di posti di lavoro e tutela del reddito al rafforzamento delle politiche attive anche a favore dell’occupazione giovanile, dal contrasto al lavoro sommerso all’ “empowerment femminile” con percorsi di formazione, occupabilità e autoimprenditorialità a favore delle donne e con l’obiettivo di ridurre il gender pay gap. Centrali il Family act “raccordato alla riforma dell’Irpef” e l’attuazione del Piano Sud 2030.

Scuola, cablaggio e più asili nido
Il cablaggio con fibra ottica delle infrastrutture scolastiche e universitarie da riqualificare anche in chiave di efficienza energetica e antisismica. Ma anche l’arrivo di infrastrutture per e-learning e il potenziamento degli asili e i nidi tra zero e sei anni. Sono alcuni degli ambiti tematici previsti dalla missione “Istruzione, Formazione, Ricerca e Cultura” delle linee guida per il Recovery Plan. Tra i ‘capitoli’ anche il potenziamento della ricerca, la riqualificazione e formazione del personale docente, la digitalizzazione dei processi e degli strumenti di apprendimento. Si punta anche a nuovi strumenti digitali per la tutela del patrimonio culturale.

Giustizia, fisco, Pa come politiche di supporto
Quattro riforme – Fisco, P.A, Giustizia, Lavoro – e impegno sugli investimenti pubblici e per la ricerca e sviluppo: sono queste le sei politiche di ‘supporto’ per il Recovery Plan che il governo indica nelle linee guida inviate in Parlamento. Oltre ad una maggiore efficienza ed equità del fisco, si vuole ridurre la complessità e la lentezza della giustizia che “mina la competitività delle imprese e la propensione a investire nel Paese”. Nel mercato del lavoro si guarda a maggiori tutele per i lavoratori vulnerabili, attraverso incentivi fiscali al welfare contrattuale, e a garanzie per “salari dignitosi”. Per gli investimenti “si rende necessario rafforzare e semplificare i processi di gestione di monitoraggio dell’attuazione finanziaria, fisica e procedurale degli investimenti pubblici”.

Salute, più letti e fascicolo digitale
Migliorare la qualità ricettiva degli ospedali, compresi i letti in terapia intensiva, investire nella digitalizzazione dell’assistenza medica, promuovendo la diffusione del fascicolo sanitario elettronico e la telemedicina, rafforzare la prossimità delle strutture del SSN, sostenere la ricerca medica, immunologica e farmaceutica. Sono gli obiettivi della missione Salute indicati nelle linee guida sul Pnrr inviate dal governo al Parlamento. “Uno specifico investimento – si legge – sarà prontamente avviato sulla cronicità e le cure a domicilio per superare le attuali carenze del sistema delle Rsa”.

Digitalizzazione, da rete unica a 5 g
Il “completamento della rete nazionale di telecomunicazioni in fibra ottica”, interventi “per lo sviluppo del 5G” ma anche la realizzazione di datacenter e cloud e l’arrivo dell’ “Identità Digitale Unica per cittadini e imprese”. Sono questi alcuni dei capitoli previsti da una delle sei ‘missioni’ – quella relativa a ‘digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo’ – indicate nelle linee guida per il Recovery Plan che il governo ha inviato in Parlamento.

Infrastrutture, AV e corridoi ferrovie
Completamento dei corridoi ferroviari TEN-T, alta velocità per passeggeri e merci, sviluppo della rete stradale, autostradale, ponti, viadotti e portualità, smart districts e mobilità pubblica e privata a impatto ambientale sostenibile. Sono gli obiettivi indicati nella missione Infrastrutture per la mobilità. Il governo punta a ridurre il divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno.

Rivedere concessioni autostrade, colonnine su rete
Dare ulteriore impulso alla revisione delle concessioni autostradali “al fine di garantire maggiore trasparenza competitività tra gli operatori e il corretto equilibrio tra l’interesse pubblico e l’interesse imprenditoriale, nonché il costante miglioramento del servizio per gli utenti, dando tempestiva attuazione alle delibere dell’Autorità di regolazione dei Trasporti”. È un’altra delle indicazioni specifiche contenute nelle linee guida sul Recovery plan inviate al Parlamento. La rete autostradale, si legge ancora nel documento, dovrà essere adeguata alla progressiva diffusione dei veicoli elettrici, tramite la dotazione di colonnine per la ricarica veloce.

Rivoluzione verde, meno carbone più boschi
Infrastrutture per una graduale de-carbonizzazione nei trasporti, piani di forestazione urbana e anche rimboschimenti per limitare i rischi idrogeologici; investimenti in economia circolare partendo da rifiuti e fonti rinnovabili; gestione integrata del ciclo delle acque; fiscalità di vantaggio per le imprese sostenibili; sostegno alla transizione ecologica per l’agricoltura, l’industria e la siderurgia (Taranto). Sono invece alcuni dei ‘capitoli’ previsti dalla missione “rivoluzione verde e transizione ecologica” che il governo ha inserito tra le linee guida del Recovery Plan prevedendo investimenti finalizzati a conseguire gli obiettivi dell’European Green Deal.

La lettera di Conte
Intanto, in una lettera il presidente del Consiglio Giuseppe si dice pronto a riferire alle Camere la proposta delle linee guida per la definizione del Piano italiano di ripresa e resilienza per accedere ai fondi previsti dal Recovery Fund: “Se le Camere lo riterranno opportuno, il governo è disponibile a riferire sulle linee essenziali del documento, sia nelle sedi decentrate delle commissioni sia nella sede plenaria dell’assemblea”. “In ciascuno dei passaggi, nello spirito di massima collaborazione e sinergia tra governo e Parlamento, sarà assicurato il pieno coinvolgimento delle Camere al fine di recepire indirizzi, valutazioni e proposte concrete di intervento – ha assicurato Conte nella lettera – L’attuale fase programmatoria rappresenta uno snodo strategico, una occasione storica irrinunciabile per il successo della azione economica e per le prospettive di crescita e di modernizzazione dell’Italia. Certamente la sfida che ci attende è estremamente complessa e necessita del dispiegamento delle migliori energie e competenze del Paese nonché del costante dialogo e collaborazione tra le Istituzioni”.

Le opposizioni
E se Conte è dunque pronto a riferire le linee guida del piano, le opposizioni sostengono che “nella predisposizione del Recovery Fund il governo è ancora al ‘caro amico'”, come ha affermato Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, intervenendo a “Radio Anch’io”, su Radio Uno. “Gualtieri – ha aggiunto – ha parlato di pochi progetti, esattamente il contrario di quanto sta avvenendo: siamo di fronte ad una miriade di progetti senza ancora un’indicazione. Noi ci saremmo aspettati, intanto, una data diversa per l’audizione di Gualtieri. La maggioranza invoca il dialogo con le opposizioni e sceglie come data la settimana nella quale il Parlamento è chiuso per gli impegni sui territori di tutti noi per la campagna elettorale. Ma al netto della data, ad oggi non c’è stato alcun coinvolgimento delle opposizioni, nessuna indicazione delle priorità, tanti progetti con la dispersione delle risorse in mille rivoli”, ha concluso. “Ora basta – incalza su Twitter Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia – Il presidente Conte la smetta con la finzione di questi inviti al dialogo, come se l’opposizione non volesse parlare con lui. Aspettiamo dall’8 luglio di fissare un incontro, ma è sparito. Ora venga in Parlamento e ascolti le nostre proposte sul Recovery Fund”.

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