21 Novembre 2024

Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico ha fatto sapere che i controlli sul Rdc hanno consentito 11 miliardi di euro di prestazioni non pagate

La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia in merito al nuovo assegno unico e al reddito di cittadinanza.
Secondo la Commissione Ue il reddito di cittadinanza non è in linea con il diritto Ue in materia di libera circolazione dei lavoratori, diritti dei cittadini, residenti e protezione internazionale. Le prestazioni di assistenza sociale come il «reddito di cittadinanza», spiega la Commissione in una nota, «dovrebbero essere pienamente accessibili ai cittadini dell’Ue che sono lavoratori subordinati, autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente dalla loro storia di residenza».

Discriminante il requisito della residenza in Italia da 10 anni
I benefici del reddito, prosegue inoltre la Commissione europea, dovrebbero essere estesi a cittadini comunitari che non lavorano per altri motivi, con la sola condizione che risiedano legalmente in Italia da più di tre mesi, e soggiornanti di lungo periodo al di fuori dell’Ue. Il requisito della residenza in Italia da 10 anni «si qualifica come discriminazione indiretta», scrive la Commissione. Il regime italiano di reddito minimo, infine, discrimina direttamente i beneficiari di protezione internazionale, che non possono beneficiarne. L’Italia dispone ora di due mesi per rispondere alle preoccupazioni sollevate dalla Commissione. In caso contrario, la Commissione può decidere di inviare un parere motivato.

Assegno unico: Ue avvia procedura infrazione contro Italia
La Commissione europea ha deciso anche di avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia in merito al nuovo assegno unico e universale per i figli a carico, in vigore da marzo 2022, di cui possono beneficiare solo le persone che risiedono in Italia da almeno due anni e solo se risiedono nella stessa abitazione dei loro figli. Secondo la Commissione, queste norme violano il diritto dell’Ue in quanto non trattano i cittadini dell’Ue allo stesso modo, il che si qualifica come discriminazione. Il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale, spiega poi l’esecutivo europeo, vieta qualsiasi requisito di residenza per ricevere prestazioni di sicurezza sociale come gli assegni familiari. Anche in questo caso l’Italia dispone ora di due mesi per rispondere alle osservazioni sollevate dalla Commissione. In caso contrario, la Commissione può decidere di inviare un parere motivato.

Tridico: grazie a controlli 11 mld di prestazioni non pagate
Intanto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, a margine della presentazione a Roma del documento generale di indirizzo della VII consiliatura del Civ Inps ha affermato che i controlli ex ante sul reddito di cittadinanza «non solo si possono fare ma si sono sempre fatti. In questi anni abbiamo fatto controlli che hanno dato vita a circa 11 miliardi di euro di prestazioni non pagate perchè abbiamo verificato che coloro che facevano domanda non avevano diritto. Abbiamo un tasso di rigetto delle domande all’anno di circa 32%: su un milione di domande noi ne rigettiamo 300mila e in questi 4 anni noi abbiamo rigettato, e tra revoche e decadenze, complessivamente 3 milioni di domande».

Calderone: dove possibile controlli ex ante per sussidi
Dove possibile è necessario introdurre controlli ex ante sulla titolarità a ricevere sussidi come il reddito di cittadinanza e le altre integrazioni al reddito. Lo ha aggiunto la ministra del Lavoro, Marina Calderone. «E’ importante – ha detto – che non venga negato il sussidio a chi ne ha veramente bisogno ma che ci siano gli strumenti per negarlo a chi lo usa in modo improprio sottraendo una parte importante di risorse che possono essere impiegate a beneficio della comunità. Dove è possibile un controllo ex ante evita una corresponsione impropria e non ci obbliga a un recupero successivo».

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