19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

politica

di Monica Rubino

Nel documento del Comitato nazionale, l’associazione ribadisce la posizione e annuncia: “Niente interventi in dibattiti che non sono su contenuti”. Presidente Smuraglia assicura: no a sanzioni per i dirigenti ribelli. Ma ammonisce: “I partigiani non facciano comitati per il Sì”

 

Non si placa la bufera intorno al referendum costituzionale di ottobre. Dopo che stamani l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, è intervenuto nella polemica, sostenendo che “il clima da corrida e l’ipersonalizzazione che il governo ha messo attorno a questo tema è un errore che rischia di trascinare tutto lontano dai contenuti e di fare del male al Paese”, nel pomeriggio è stata di nuovo l’Anpi a ribadire la propria posizione, con il testodel documento uscito dalla riunione del Comitato nazionale. L’Associazione nazionale partigiani italiani respinge “i tentativi di provocare o intimidire” e “decide” di intensificare la Campagna per il “NO” alla riforma del Senato e per il “SÌ” alla correzione di parti dell”Italicum’ in “tutti i luoghi in cui l’Anpi ha una sede”, si legge nel testo approvato. “Il documento parla da solo” ha detto il presidente Carlo Smuraglia.
L’Associazione, si legge nel testo, ammette che sia “assolutamente lecito e normale che vi siano, all’Anpi, anche opinioni dissenzienti”, ma ribadisce che “il dissenso deve essere mantenuto nei limiti della circolare del 5 marzo 2016”. In essa si chiede a chi non condivide il “no” al referendum di tenere “comportamenti che non danneggino l’Anpi e che cerchino di conciliare il dovere di rispettare le decisioni, con la libertà di opinione”.
Campagna attiva. Il documento riporta anche le decisioni operative prese dal Comitato: “intensificare la Campagna per il NO alla riforma del Senato e per il SÌ alla correzione di parti della Legge elettorale “Italicum” in tutti i luoghi in cui l’Anpi ha una sede”, “adottando tutte le misure necessarie perché la raccolta delle firme si concluda tempestivamente e con esito positivo, invitando tutti gli iscritti a dedicare ogni impegno affinché si realizzi un’ampia e completa informazione di tutti i cittadini, sulle ragioni del NO e sui contenuti della riforma”; il secondo luogo si annuncia “di non accettare provocazioni e dunque di non intervenire in dibattiti e polemiche che non riguardino i contenuti dei referendum”, e si “deplora la inaccettabile campagna introdotta contro l’Anpi, perfino tentando discriminazioni fra i partigiani e respinge altrettanto vergognosi avvicinamenti ad organizzazioni di stampo fascista”.
Tensione alle stelle. Ma all’interno dell’Associazione la tensione resta alta: nonostante una posizione votata a grandissima maggioranza nel congresso nazionale nemmeno due settimane fa, l’unità dei Partigiani italiani rischia di infrangersi per la prima volta nella storia sul tema della consultazione di ottobre. Il dissidio tra dirigenti e iscritti Anpi, nato dalla decisione di portare avanti le ragioni del ‘no’ (che innescato la polemica tra l’associazione e il Pd dopo le affermazioni della ministra Maria Elena Boschi)  è diventato più ampio. Da un lato c’è il presidente nazionale Carlo Smuraglia che non cessa di sottolineare che l’obiettivo primario della scelta fatta sia la difesa della Carta, dall’altro ci sono i dirigenti dei ‘piccoli focolai ribelli’ che hanno espresso perplessità sulla contrarietà alla riforma e in alcuni casi, come a Bologna, hanno avviato la raccolta di firme per il Sì.
Smuraglia aveva già ribadito l’inopportunità di organizzare comitati per il Sì: “Si cerca di alzare i toni- aveva detto -. Questo non fa bene al Paese. Non intendiamo assumere provvedimenti disciplinari contro nessuno. Ma l’Anpi è una associazione e l’iscritto deve attenersi alle decisioni della maggioranza”. L’associazione ha aderito alla campagna per il No “per evitare lo stravolgimento dei contenuti e del significato della nostra costituzione”, continua Smuraglia. Quindi precisa che “ogni iscritto è libero di esprimersi e votare come vuole. Ma non di fare atti contrari alle deliberazioni del comitato nazionale” come organizzare comitati per il Sì.
A favore della riforma della Costituzione si sono schierati anche 200 giuristi, da Franco Bassanini a Salvatore Vassallo. Mentre Napolitano  ha dichiarato ieri che “è offensivo dire no per difendere la Carta”.

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