Fonte: La Repubblica
di Tommaso Ciriaco
Replica del Pd: “Così sfiorate il ridicolo”. E il Quirinale: “Testo ammesso dalla Cassazione”. Renzi: “È quello che la legge prevede per la riforma costituzionale”
La vittoria del no al referendum costituzionale sarebbe peggio della Brexit, per questa ragione “è indispensabile che vinca il sì”. Roberto Benigni si schiera a favore della riforma voluta dal governo Renzi. “Se vince il no il giorno dopo ti immagini? Il morale va a terra – sostiene il premio Oscar, intervistato dalle “Iene” – peggio della Brexit. I costituenti stessi hanno auspicato di riformarla la seconda parte, poi c’è la maniera di migliorarla ma se non si parte… Non è come qualcuno dice la riformeremo dopo. No, non accadrà mai più. Poi, certo, ci sono da rivedere alcune cose”.
Per Benigni, “i primi 12 principi della Costituzione sono intoccabili e la prima parte, diritti e doveri, sono straordinariamente belli e intoccabili. La nostra Carta è la più bella del mondo. E’ stato un miracolo, i nostri costituenti ci hanno fatto volare e hanno illuminato le macerie. E così l’Italia si è rialzata. Per la seconda parte, però, già i costituenti auspicavano un miglioramento”.
Nel giorno in cui Benigni si espone a favore del sì al referendum, Sinistra Italiana e il Movimento 5 Stelle decidono di spostare la battaglia politica anche nelle aule di tribunale, presentando ricorso al Tar Lazio contro il testo del quesito referendario. Sulla scheda non sarebbero specificati gli articoli della Costituzione interessati dalla riforma, sostengono i ricorrenti, e si limita a riportare il titolo del ddl Boschi. Il testo indicherebbe inoltre una “presunta finalità della legge che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate” e sarebbe incompleto e fuorviante, con il risultato di favorire il governo.
“Un quesito truffa”, lo definisce il senatore Vito Crimi a nome del Movimento cinque stelle, “una propaganda ingannevole, l’ennesima trovata di Renzi per prendere in giro gli italiani”. Il ricorso è stato presentato dagli avvocati Enzo Palumbo e Giuseppe Bozzi, esponenti del comitato Liberali per il NO, e dai senatori Crimi e Loredana De Petris (Sinistra italiana).
A gelare i ricorrenti è però il Colle. “In relazione a quanto affermato in una nota di ricorrenti al Tar Lazio, in cui impropriamente si attribuisce alla Presidenza della Repubblica la formulazione del quesito referendario – si lascia trapelare dagli ambienti del Quirinale – si precisa che il quesito che comparirà sulla scheda è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione, in base a quanto previsto dall’articolo 12 della legge 352 del 1970, e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento”.
Matteo Renzi ribadisce con forza: “Questo quesito è quello che la legge prevede per la riforma costituzionale”. Il presidente del Consiglio ha puntato più volte sulla necessità di affrontare la questione nel merito e non attraverso slogan, ribadendo che ora ci sono persone che dicono che il quesito è sbagliato “ma è quello che prevede la legge” e su quello sono state raccolte le firme da entrambi i fronti. “Mi sono convinto – ha concluso – che si possa fare un dibattito serio sul futuro del Paese che è più importante del mio futuro”. E accusa: ” Caro comitato del no, questo significa dire bugie e prendere in giro gli italiani”.
Alle opposizioni replica il senatore renziano Andrea Marcucci: “Il M5S sfiora il ridicolo. Il quesito del referendum costituzionale del 4 dicembre – sostiene – è conforme alla legge. E’ davvero incredibile che gruppi parlamentari che non hanno presentato un emendamento per cambiare il titolo del disegno di legge in oltre due anni, oggi facciano un inutile ricorso al Tar”. Torna a parlare di referendum anche Beppe Grillo, lasciando l’hotel Forum di Roma: “Non ho dubbi, leggete il Financial Times, vincerà il no perché siamo in mano a bluffisti, a dei giocatori d’azzardo”.