19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

ANSA - La Stampa

Il presidente emerito: “Camere ridotte a uno straccio, con il ‘Sì’ Parlamento torna degno”. Sull’ipotesi di governi di coalizione: “Non è una bestemmia”

“Sì, sono stati commessi degli errori” nei primi mesi della campagna referendaria da parte del premier Matteo Renzi, ma ora “gli errori sono stati corretti. Renzi ha capito”. Lo ha detto il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo a una domanda sugli errori commessi nella prima fase della campagna referendaria per il referendum costituzionale, a margine di una lectio magistralis alla scuola di formazione politica del Pd. Tuttavia, nonostante ora si sia cambiato registro, per Napolitano “l’impostazione precedente è durata per un periodo troppo lungo e ha facilitato chi diceva, fregandosene della riforma, che bisognava votare contro Renzi. Ma ora sono state fatte delle correzioni”. Questo ha fatto sì che tuttora i cittadini pensino che il referendum sia anche incentrato su Renzi, ha concluso il ragionamento Napolitano che è un convinto sostenitore del Sì al referendum e già in precedenza, anche con un’intervista a Repubblica, si era espresso in questa direzione.
La replica del premier. “Oggi Napolitano mi ha anche un po’ criticato, ma è bello, giusto e utile ricevere critiche da chi ha saggezza e esperienza – ha detto Renzi, nel suo intervento ad un incontro sul referendum al Teatro Rossini di Pesaro – Se Napolitano con la sua saggezza e capacità mi ha fatto delle critiche sono felice di farne tesoro. E’ vero io ho sbagliato a giocare il futuro del governo sulla riforma costituzionale ma ho sbagliato in buona fede. Ho sbagliato ma capita a chi fa le cose”.
“Trasformare il parlamento in un luogo degno”. “Questa è la sostanza: con questa riforma si riabilita il ruolo del Parlamento”, ha detto Napolitano rispondendo alle domande dei giovani di ‘Classe Dem’. “C’è chi dice ‘io voto No per difendere il Parlamento’. Ma chiedo, sai come è ridotto ora il Parlamento? Per nove anni ho ricevuto gruppi delle opposizioni che lamentavano un Parlamento ridotto a uno straccio, perchè quando si fa votare una legge Finanziaria con un maxiemendamento di un unico articolo e 1.300 commi significa uccidere il Parlamento. Ma – ha osservato il presidente emerito – se non si possono prevedere i tempi di approvazione di una legge” e questa è sottoposta a un percorso accidentato in Parlamento, ecco che “scatta il maxiemendamento o la decretazione d’urgenza con fiducia”. Per Napolitano “tutto questo può finire con la riforma costituzionale e la vittoria del Sì al referendum. Questa è la sostanza: riabilitare il ruolo del Parlamento”. Poi certo, “tutto dipende dal popolo sovrano”.
Il ballottaggio. “A me non risulta che il ballottaggio sia un punto dirimente per il governo. Renzi ha detto che indicherà alcune ipotesi e che poi si andrà al confronto”, ha poi aggiunto Napolitano rispondendo a una domanda sulla legge elettorale.
Nel corso della lezione, il presidente aveva spiegato che “è probabile che in vista delle elezioni del 2018 si arriverà con tre raggruppamenti: se poi si tratterà di tre partiti o tre raggruppamenti elettorali è difficile a dirsi, ritengo si possa essere primi senza avere la maggioranza assoluta. Non si può considerare una bestemmia cercare alleati per governare”.
Sull’ipotesi di un governo di colazione ha detto: “Difficile fare previsioni. Tuttavia, avere governi di coalizione e una politica di alleanze, non è una bestemmia”.
Nel suo intervento ha attaccato quello che ha definito un gruppo di “costituzionalisti”, che “sono dei perfezionisti” e che “vorrebbero che non decidesse la politica”. Senza fare alcun nome, ha ‘bacchettato’ alcuni costituzionalisti che si sono schierati per il No ritenendo che la riforma Boschi contenga “delle imperfezioni e alcuni punti non convincenti”: “Ma anche se ottenessi – ha detto – da un gruppo di costituzionalisti, diciamo da 20 costituzionalisti, un progetto perfetto, cosa che ritengo impossibile, poi è comunque il Parlamento che decide, sono le forze politiche che determinano il punto di caduta e le condizioni per trovare un equilibrio e un accordo”

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