POLITICA
Fonte: la StampaIl premier mobilita i suoi, e li invita a non lasciarsi incantare
dai sondaggi. Il rischio? Dare la vittoria per scontata
Usa bastone e carota con i senatori dissidenti Matteo Renzi, avvisandoli che se continuerà il gioco dei veti lui potrebbe davvero far saltare il banco e nessuno a quel punto avrebbe un destino assicurato, anzi. Mette in campo la minaccia (pur sapendo che Napolitano non scioglierebbe le Camere nel semestre europeo) tendendo al contempo la mano su un accordo per la riforma del Senato che ancora va fissato nei dettagli essenziali. Per questo il premier oggi non molla sui senatori non eletti, è sempre buona tattica cedere solo all’ultimo minuto sul punto a cui si tiene di più e solo se proprio indispensabile per blindare un voto a larga maggioranza.
Quello che sta a cuore di più oggi a Renzi è ricompattare il partito e muovere le truppe sul territorio per rastrellare voti, visto che le europee si combattono con le preferenze e l’opera di tutti si rende necessaria alla bisogna. C’è un riflesso anche scaramantico nella battuta consegnata stamane ai senatori Pd sui sondaggi elettorali, “siamo avanti ma ai miei dico non li guardate se no vi meno”. Un riflesso che muove dalla paura che il Pd ricada nel vizio deleterio e funesto di dar la vittoria per scontata e quindi di rilassarsi come se tutto fosse già scritto, comprese le mosse che seguiranno. Non a caso domenica ha lanciato un avviso ai naviganti a non sottovalutare Berlusconi, perché anche se il nemico numero uno di queste europee, quello più insidioso, è Grillo, con il Cavaliere non bisogna scherzare, ”ricordo quando facevano i risolini”, dice Renzi alludendo ai bersaniani che sfottevano il rientro in campo di Silvio e alla sua ennesima e spettacolare rimonta alle politiche 2013.
Quindi se un esponente non certo ostile al premier come Matteo Orfini dice che “è ora che tutti si mettano a fare la campagna elettorale”, se Renzi ha deciso di stare a fianco di molti sindaci ingaggiati nella battaglia in giro per l’Italia, se la narrazione comporta mosse ad effetto anche mediatico come la chiusura parallela nei vari angoli d’Italia di cinque coppie di donne, le capolista e le ministre, è perché attribuisce enorme peso a questo primo test elettorale, senza dare nulla per scontato. Sente il fiato sul collo di Grillo, che ormai tutti i sondaggi danno come secondo partito e in queste corse difendere la posizione di numeri uno è sempre più scomodo che inseguire. Ma gli strateghi del Pd sono fiduciosi, “perché Matteo è posizionato in maniera perfetta, pesca nel bacino elettorale di Grillo e molto anche in quello di Berlusconi, sono loro ad essere in difficoltà”.