Fonte: La Stampa
Il segretario del Pd: «Non siamo tutti uguali. C’è chi crede a Babbo Natale…»
«Se il Pd sarà il primo partito, sarà più facile assicurare un futuro prospero all’Italia. È vero che Berlusconi punta al Quirinale per il 2022, è vero che Salvini punta a fare il premier ma quando hanno governato Forza Italia e Lega è finita con lo spread ai massimi, il Paese inginocchiato e il grido di dolore dell’intero sistema industriale». A dirlo è Matteo Renzi attraverso la sua tradizionale newsletter “enews”.
“Non siamo tutti uguali. C’è chi crede a Babbo Natale…”
«Vogliono far credere che sono tutti uguali. Ma c’è una differenza abissale di concretezza e pragmatismo nelle cose che noi proponiamo e che propongono gli altri. Del resto noi abbiamo dei risultati da portare, non solo promesse. Se poi gli italiani vogliono credere alla flat tax o al reddito di cittadinanza, niente di personale: c’è chi crede anche a Babbo Natale o alla Befana. Noi crediamo alla realtà» aggiunge. «E la realtà ci dice che l’Italia sta cambiando. Che, passo dopo passo, le cose migliorano come hanno dimostrato i dati economici di questi giorni e da ultimo, la vicenda Meridiana, ben seguita da Graziano Delrio».
“A Pesaro e Rimini contro i truffatori M5S”
«Negli ultimi giorni voglio fare un salto in due collegi simbolici: Pesaro e Rimini dove sono candidati due tra i più visibili truffatori dei cinque stelle. Perché in queste ore i Cinque Stelle stanno provando a nascondere la vergogna di quello che hanno fatto parlando di altro e rilanciando in modo ossessivo scandali veri o presunti».
Ai Cinque Stelle: “No a lezioni di moralità, stop guerra nel fango”
«Se i grillini dicono che loro sono il partito degli onesti, ricordo che il Pd non prende lezioni da nessuno. Non le prende soprattutto da un partito fondato da un pregiudicato, che ha qualche problema di troppo con l’evasione fiscale e che ha inventato la sceneggiata dei rimborsi ma dimentica di dire che i cinque stelle hanno rinunciato (forse) a 23 milioni in 6 anni» continua. «Il Pd abolendo la legge sul finanziamento pubblico ai partiti, ha rinunciato a molto di più. Nel 2010 Bersani incassava 60 milioni di euro dal finanziamento pubblico. Nel 2011 Bersani incassava 57 milioni di euro dal finanziamento pubblico. Nel 2018 noi non incassiamo un centesimo. Chi è che rinuncia di più? – aggiunge – Ma non vi sembra una discussione infantile? Non sarebbe meglio confrontarsi sul futuro anziché sugli scrontrini? Cari grillini, lasciate la guerra nel fango. E parlate di Europa, parlate di vaccini, parlate di crisi industriali e lavoro, parlate di infrastrutture. Parlate di politica. E vediamo chi ha i candidati credibili e chi no. Del resto basta vedere la presenza in aula in questa legislatura».
“Consip? Emerge verità raccapricciante e finisce in dimenticatoio”
«L’uso giudiziario di alcune vicende fa letteralmente schifo. E lo dico oggi, proprio quando la notizia del comportamento incredibile di alcuni magistrati, nella vicenda Consip, finisce quasi nel dimenticatoio. Quando c’era da accusare mio padre o Luca Lotti per giorni la vicenda Consip ha aperto giornali e tg. Adesso che sta venendo fuori una verità raccapricciante, c’è il silenzio o quasi dei principali commentatori. Verrà il giorno in cui tutto sarà più chiaro. E se è vero che gli addetti ai lavori sono riusciti a rinviare il chiarimento a dopo le elezioni, chissà come mai, è altrettanto vero che noi non dimentichiamo ciò che è accaduto. Verrà il giorno della chiarezza».