22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

Il segretario del Pd a Milano per sostenere la candidatura del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, alla candidatura alla regione Lombardia

Il giorno dopo Torino il segretario del Pd continua la campagna elettorale al teatro Franco Parenti di Milano dove il candidato alla regione Lombardia, Giorgio Gori, ha lanciato l’iniziativa “Obiettivo governo”. Presenti anche il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda e il sindaco di Milano, Beppe Sala.
Proprio Sala ha aperto i lavori rivolgendosi a Renzi: «Io chiedo al segretario Pd una cosa: serve che chi viene scelto per candidarsi a Milano, sia un milanese o qualcuno da fuori, abbia l’idea e il senso che poi se viene eletto si occuperà di politiche del paese ma si deve ricordare da dove è partito, Milano non è un tram che si prende per arrivare a Roma e poi la si dimentica».
«Questo è il momento in cui ognuno deve mettere da parte le proprie ambizioni, la propria proiezione del futuro, e la propria ragione per sentire il cuore – ha aggiunto Sala -. Sto cercando di sentire il mio cuore: mi sento un fiero erede della tradizione di sinistra lombarda e milanese che ha fatto molto per il Paese, e voglio rappresentare anche il presente e futuro. E poi, voglio che Gori diventi presidente di regione Lombardia. Un tandem Sala-Gori non sarebbe male» ha poi detto con tono scherzoso il sindaco.
A seguire sul palco è salito il ministro Calenda: «Mi spenderò per Giorgio Gori e lo farò convinto, anche contro questa idea antropologica della sinistra che stabilisce che chi ha fatto il manager non può essere di centrosinistra. Io non ho mai votato per il centrodestra, ho solo votato una volta per me e non sono stato neanche eletto», ha aggiunto, sorridendo Calenda, spiegando che «la Lombardia è l’avanguardia di una battaglia che si combatte in tutto l’Occidente». Il ministro si è poi rivolto al segretario Pd: «Voglio dire a Matteo Renzi che noi non siamo stati rottamatori, noi siamo stati grandi costruttori e tu hai guidato questa spinta. Il nostro candidato a Palazzo Chigi è il segretario del Pd, secondo delle regole giuste e moderne. Lo statuto del Pd è molto chiaro, dice che il candidato premier è il segretario e io penso che sia giusto».
E, sempre dal palco del teatro Parenti, è arrivata la replica del segretario Renzi: «Non è tempo di rottamazione, è vero caro Carlo, ed è bellissima questa idea di costruzione ma tutti noi sappiamo che se non ci fosse stata una fase in cui si è parlato con forza di rottamazione, la classe politica ora sarebbe sempre la stessa e questo palco sarebbe diverso». Sul Movimento 5 Stelle: «Siamo in un tempo in cui se a uno non torna un bilancio con la penna mette 5 milioni in più. È un tempo bellissimo per la politica ma da qui al 4 marzo c’è da vincere contro i 5 stelle, l’incompetenza elevata a elemento di orgoglio». «Poi c’è il centrodestra, un remake del passato. Basta con le polemiche: tutti insieme andiamo a dire una cosa semplice, più Italia».
Poi è stata la volta del candidato del centrosinistra alla Regione Giorgio Gori che ha definito le elezioni regionali in Lombardia «una partita che sarà molto combattuta ma che vinceremo, anche se di poco». «Dopo 23 anni abbiamo la possibilità di cambiare le cose: ogni cittadino nella sua dimensione quotidiana può essere decisivo per spostare l’ago della bilancia – ha concluso -. Per questo tutti hanno grande responsabilità».
Infine Matteo Renzi prima di chiudere i lavori ha ribadito: «Non credete a chi vi dice che è finito il tempo della politica e c’è solo spazio per i tecnici, c’è bisogno dell’impegno politico» ha detto il segretario Pd, parlando dal palco dell’evento milanese. «Perché senza competenze ti sbatti contro il muro e solo con le competenze non vai da nessuna parte – ha concluso -. Bisogna credere nella politica».

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