22 Novembre 2024
SPECIALE EXPO 2015
Fonte: La Stampa
eco

Maroni: assicurare un’assoluta pulizia. Rinnovata la fiducia a Sala. Ma è bagarre. Pisapia: «Tentativi di interferenza bloccati in tempo»

L’Expo di Milano, a meno di un anno dall’inaugurazione, si trova davanti alla crisi più grave che abbia mai affrontato. L’arresto oggi di Angelo Paris – direttore della divisione Costruzione e smantellamento – in un’inchiesta sugli appalti rischia di rallentare, nel momento in cui occorre il massimo sforzo per recuperare i ritardi del passato. Martedì mattina il presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà a Milano con Maurizio Martina «per rilanciare e rafforzare – ha sottolineato il ministro che ha le deleghe ad Expo – l’impegno di tutte le istituzioni a fianco del Commissario unico», Giuseppe Sala, non coinvolto dalle indagini. Un sostegno che Sala (è anche circolata la voce che potesse dimettersi) ha incassato anche dal governatore Roberto Maroni. «Gli rinnovo la fiducia – ha detto il presidente della Lombardia -. Spero si possa procedere rapidamente nella realizzazione del crono-programma previsto». Adesso la priorità, secondo il governatore della Lombardia Roberto Maroni, è «assicurare un’assoluta pulizia».

«Svolgo da sempre la mia attività professionale credendo nel lavoro di squadra e nella lealtà dei comportamenti. Oggi questa fiducia appare sorprendentemente tradita da una delle persone di Expo: così ha detto il commissario unico Giuseppe Sala, che è ad della società di gestione. «Dal mio punto di vista – ha aggiunto – non intendo sottrarmi alla responsabilità che comunque è sempre in capo a chi guida una società».«In vista dell’incontro di martedì con il Presidente del Consiglio, intendo esaminare quali siano le migliori condizioni di lavoro della Società nell’esclusivo interesse dell’Expo, del Paese e dell’assoluto rispetto della legalità»: così l’ad della società di gestione, Giuseppe Sala, che è commissario Unico dell’esposizione universale ha spiegato in un comunicato dopo la riunione straordinaria del cda.

«I politici facciano il loro lavoro – aveva chiesto Renzi esprimendo fiducia nei giudici – e non commentino il lavoro della magistratura». Un invito rimasto inascoltato. Di una «tangentopoli delle grande intese» ha parlato Maurizio Buccarella, capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato che chiede di discutere una nuova legge anti-corruzione. La lista Green Italia ha proposto di «azzerare tutto il management compromesso», mentre la lista Tsipras, parlando di una «tangentopoli mai finita» ha criticato una «gestione malata e malavitosa della cosa pubblica». «L’intervento della magistratura – ha osservato la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi – è prezioso, ma gradiremmo che la pubblica amministrazione avesse la capacità di autotutelarsi e intervenire prima dei magistrati». Secondo il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, però, «pensare che non ci sarebbero stati tentativi di infiltrazione criminale e di interessi particolari in Expo è qualcosa fuori da qualsiasi logica per chiunque conosca la situazione del nostro Paese. Di certo sono stati bloccati in tempo e questo mi rassicura e deve rassicurare tutti».

A cercare di rasserenare il clima è intervenuto anche il ministro Maurizio Martina che ha la delega all’Expo: «Ho parlato con Giuseppe Sala e l’ho informato che martedì prossimo con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, saremo a Milano per rilanciare e rafforzare l’impegno di tutte le istituzioni a fianco del Commissario unico. In un passaggio così delicato, in cui ribadiamo la nostra fiducia nell’operato della magistratura, questo e’ il modo migliore per sostenere con forza chi lavora tutti i giorni con passione e serietà e vuole garantire totale legalità e trasparenza al grande appuntamento del 2015».

Ma dalle opposizioni invece si alzano i toni e non si fanno sconti: «Dopo Scajola ecco la nuova tangentopoli delle “larghe intese” sugli appalti Expo 2015. Il Movimento 5 Stelle in tempi non sospetti aveva denunciato con forza come l’Expo fosse un “tangentificio” a forte rischio corruzione e infiltrazioni mafiose: “Grandi Opere”… grandi tangenti!». Così Maurizio Buccarella, capogruppo M5S Senato, in un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo. «In carcere questa volta tra gli altri – prosegue – sono finiti l’ex Pci Primo Greganti, già coinvolto in Mani pulite vent’anni fa e l’ex senatore Pdl Luigi Grillo. Gli atti parlano di «cene ad Arcore con Berlusconi e contatti con Cesare Previti».

Antonio Di Pietro ha riflettuto con tono amaro su quanto accaduto dopo Mani Pulite: «Vent’anni dopo Tangentopoli si è costretti ad aspettare la magistratura per risolvere i problemi. Sin dall’inizio, nel 1992, si è cercato di criminalizzare questa indagine. Non è possibile che, più di vent’anni dopo, si sia costretti ad aspettare sempre l’intervento della magistratura per risolvere i problemi». Per Di Pietro è essenziale che «si riporti la legalità all’interno delle istituzioni, per far in modo che le istituzioni servano i cittadini e non si facciano gli affari propri».

 

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