19 Settembre 2024
POLITICA/EUROPA
Fonte: Corriere della Sera
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Al Parlamento Europeo l’intervento del premier. «La nostra sfida è ritrovare l’anima dell’Europa. Lavoriamo sulla crescita, non siamo qui solo ad unire le burocrazie»

«Che cosa vedremmo se l’Europa si facesse un selfie? Vedremmo l’immagine della stanchezza e della rassegnazione, il volto della noia». E’ iniziato così l’intervento di Matteo Renzi al Parlamento Europeo di Strasburgo in occasione dell’avvio del semestre italiano di presidenza del Consiglio Ue. «La vera grande sfida che ha di fronte a sè il nostro continente è ritrovare l’anima dell’Europa, il senso del nostro stare insieme. Perché se fosse solo un unire le nostre burocrazie, vi dico che noi italiani ne abbiamo abbastanza della nostra».

«All’Europa serve crescita»

Renzi, che è intervenuto a braccio consegnando alla presidenza il testo scritto con il programma dettagliato del semestre, è poi entrato nel merito dei rapporti economici tra gli stati e ha fatto riferimento diretto al patto di stabilità e di crescita, oggi tutto sbilanciato verso la prima e poco flessibile nei confronti della seconda. «Senza crescita non l’Italia ma l’Europa non ha futuro. Non chiediamo un giudizio sul passato. Ci interessa cominciare il futuro, subito. Il mondo esterno corre ad una velocità doppia rispetto a quella dell’Europa. Vogliamo o no recuperare questo distacco?». L’Europa deve procedere insieme su tutto, ha evidenziato Renzi, perché deve competere con i grandi. «Non deve essere solo un puntino su Google Maps – ha sottolineato – e non deve essere solo un’espressione geografica, come era stata definita l’Italia da un grande politico austriaco» (il riferimento è a Klemens von Metternich, cancelliere dell’impero nella prima metà del 1800, a cui venne appunto attribuita la frase: «L’Italia è solo un’espressione geografica», nda). L’Europa, ha detto ancora Renzi, deve piuttosto ritrovare il ruolo di «avanguardia» sull’innovazione, il cambiamento climatico, il capitale umano. «Sulle questioni economiche – ha in ogni caso detto il premier italiano – ve lo garantisco, ci faremo sentire con forza, con la forza di un Paese che ha dato più di quanto ha preso».

Africa, Medio Oriente e immigrazione

Renzi ha affrontato anche i temi della politica estera dell’Unione, spiegando che non dovrà mancare una diversa attenzione all’Africa (il capo del governo ha citato le ragazze nigeriane rapite, Meriam che partorisce in carcere o Asia Bibi in prigione da 4 anni solo perché cristiana) e che sarà necessario far sentire in modo netto la voce delle nazioni europee sulla questione mediorientale, ribadendo la necessità di dare una patria alla popolazione palestinese ma evidenziando anche il diritto «ma anche il dovere» di Israele ad esistere «essendo una comunità che ricorda a tutti noi il valore della memoria e del futuro». «L’Europa non può essere cieca, deve fare di più» ha tuonato il premier italiano, che ha poi invitato l’assemblea a rovesciare il proprio approccio sui temi dell’immigrazione: «Noi siamo una frontiera. La sfida è far vedere all’Africa che c’è un’Europa intera protagonista. L’Europa nei confronti dell’Africa deve fare uno scatto in avanti e voi parlamentari rappresentate la civilizzazione della globalizzazione».

«Facciamo come Telemaco»

«La nostra generazione è la generazione Telemaco (figlio di Ulisse, nda) – ha poi concluso il premier -. Dobbiamo fare come lui, dimostrare di meritare l’eredità dei padri dell’Europa». Renzi ha ricordato di non essere stato neppure maggiorenne nel 1992 quando venne siglato il trattato di Maastricht, l’accordo che portò al superamento della Cee e alla nascita dell’Unione come la conosciamo oggi. Ma di sentire fortemente lo spirito comunitario. «Dobbiamo essere eredi – ha enfatizzato il capo del governo -, prendere la tradizione da cui veniamo e assicurarla ai nostri figli. Lo dobbiamo a chi ci ha preceduto, a quanti sono morti affinché l’Europa non fosse solo una espressione geografica ma un’espressione dell’anima».

La conferenza stampa saltata

Il premier Matteo Renzi era arrivato nel primo pomeriggio a Strasburgo e prima dell’intervento nell’aula dell’Europarlamento ha incontrato gli eurodeputati italiani. Subito dopo ha avuto un colloquio con il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. In controtendenza rispetto alla tradizione, Renzi non terrà la conferenza stampa al termine della discussione con gli europarlamentari del pomeriggio, perché dovrà rientrare a Roma per partecipare tra l’altro alla registrazione di uno speciale di Porta a Porta.

Ma Schulz minimizza

«E’ gia’ accaduto in passato che un presidente di turno della Ue non tenesse la conferenza stampa dopo la presentazione in aula del programma semestrale – ha però minimizzato lo stesso Martin Schulz -, questa volta avviene solo eccezionalmente ed esclusivamente a causa degli impegni del premier italiano che ha un’agenda molto concentrata». La mancata conferenza stampa ha però destato molta sorpresa tra i giornalisti della stampa internazionale al punto da far pensare a uno sgarbo. Ma è stato proprio Schulz a minimizzare: a chi gli chiedeva se è «normale» che il premier consideri la partecipazione ad un programma delle televisione italiana «più importante» del tenere la conferenza stampa al Palamento europeo, ha replicato: «Voi avete più informazioni di me. Non sta a me commentare gli orari e l’agenda del primo ministro. Matteo Renzi, ai miei occhi e per la mia esperienza, è un uomo che lavora in modo molto aperto con la stampa. Condividerete certamente la mia opinione che Matteo Renzi di certo non si nasconde né in Italia né qui. Ho quindi piena fiducia nel primo ministro che ha certamente degli impegni e che qui ha un programma assolutamente concentrato».

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