22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

renzi

Il premier in un’intervista al Tg1: «Il referendum non è un plebiscito»

Oggi  la Camera voterà la riforma costituzionale che il premier Matteo Renzi ha definito «la madre di tutte le battaglie». Un passaggio parlamentare importante perché si tratta del testo definitivo della riforma sul quale ad ottobre i cittadini saranno chiamati ad esprimersi nel referendum confermativo. E se gli italiani faranno prevalere il «no» Renzi si è detto pronto a «trarne le conseguenze».

Il voto dell’aula di Montecitorio concluderà la prima fase della riforma: la Camera infatti si esprimerà sul testo approvato dal Senato il 13 ottobre scorso. A questo punto, secondo quanto prescrive l’articolo 138 della Costituzione, occorreranno due altri brevi passaggi nei due rami del Parlamento, dove però senatori e deputati potranno pronunciarsi con un «sì» o un «no» secchi, senza possibilità di ulteriori emendamenti. I due passaggi avverranno intorno al 20 gennaio in Senato e nella seconda metà di aprile alla Camera.

A quel punto, se la riforma non otterrà i due terzi dei consensi in Parlamento, su di essa potrà essere chiesto un referendum. E lo stesso Renzi ha annunciato che a chiederlo saranno proprio i parlamentari del Pd. Una decisione questa che ha spinto i contrari alla riforma a criticare Renzi accusandolo di voler trasformare il referendum in un «plebiscito».

Intervistato dal Tg1, Renzi ha replicato all’accusa: il referendum, ha osservato, «non è un plebiscito». «Per anni – ha affermato – la classe politica non ha fatto niente. Adesso è arrivato un governo nuovo che ha cercato di realizzare alcune cose. Se sulla madre di queste battaglie, che è la riforma costituzionale, i cittadini non sono d’accordo, hanno tutto il diritto di dirlo ed io ho il dovere di prenderne atto. Non sono un politico vecchia maniera che resta attaccato alla poltrona: io penso che si faccia politica per seguire un ideale».

«Io penso che gli italiani staranno dalla nostra parte, ma – ha concluso – la parola finale ce l’hanno loro e io sono pronto ad assumermi le mie responsabilità».

Domani il Comitato per il «No» alle riforme si riunirà anch’esso alla Camera in un’ampia sala messa a disposizione dalla presidente Laura Boldrini. A intervenire alcuni importanti costituzionalisti che hanno difeso l’attuale bicameralismo perfetto, come Gustavo Zagrebelsy, Stefano Rodotà, Alessandro Pace, Gaetano Azzariti e Gianni Ferrara. Ma nel parterre sono annunciati diverse personalità di spicco come Maurizio Landini, Salvatore Settis, Elena Paciotti, Vittorio Emiliani, Alberto Asor Rosa, Raniero La Valle, Antonio Di Pietro e Antonio Ingroia e i fuoriusciti dal Pd, come Stefano Fassina. Intellettuali che Renzi è pronto a sfidare dando la parola ai cittadini: «decideranno gli italiani», ha ribadito.

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