8 Settembre 2024
POLITICA
Fonte: La Stampa

Il premier alla presentazione del libro di D’Alema “Non solo euro”: «I cittadini sono distanti dall’Unione». Il collega: «Restare uniti»

Non si candiderà alle europee Matteo Renzi per portare voti al Pd e per sfidare nelle urne Beppe Grillo e lo «tsunami» dell’antieuropeismo alle stelle nei sondaggi. Ma il premier darà battaglia da Palazzo Chigi a colpi di «riforme che sfidano tabù» e abbattono incrostazioni. E guardando a testa alta i partner europei. Altro che «esami» alla cattedra di Angela Merkel, nega Renzi, l’Italia deve uscire dalla «sudditanza» psicologica verso i primi della classe perché «se noi rispettiamo le regole e facciamo le riforme» anche l’Europa deve cambiare e diventare l’Ue dei cittadini e non dei tecnocrati.

Di rientro da Berlino e alla vigilia del consiglio europeo a Bruxelles, Renzi si concede la «foto di famiglia», presentando il libro «Non solo euro» dell’(ex) nemico Massimo D’Alema. I due sono, e non da oggi, in totale sintonia sulla necessità di una nuova Europa che vada oltre il rigore e le burocrazie. E il disegno, non tanto inconfessato di Renzi, è cambiare l’Europa a partire dal semestre italiano. Ma per «dettare la linea» nella futura commissione, dove non si esclude un posto da commissario proprio per D’Alema, il premier sa che molte cose vanno cambiate in fretta in Italia.

L’obiettivo da qui al semestre è dimostrare ai partner Ue che «le riforme le facciamo sul serio, in tempi certi, senza scadenza di legislatura e avendo il coraggio di mettere in discussione tabù che per 30 anni non sono stati toccati». E, in vista del 25 maggio, in casa nostra, bisogna convincere i cittadini che il governo corre veloce perché «gli esami ce li fanno i cittadini italiani, non l’Europa, dove nessuno sta con la matita rossa e blu a dirci che cosa dobbiamo fare».

 

Solo una «sfida politica» può salvare l’Europa, sostiene l’ex sindaco di Firenze in un elogio della politica e dei partiti tanto caro a Massimo D’Alema. «C’è uno spread – afferma Renzi – tra le aspettative dei cittadini ed il rapporto con l’Europa, uno scollamento incredibile come dimostrano i sondaggi devastanti». Una diga che il premier vuole assolutamente colmare con l’azione di governo, consapevole delle ripercussioni di una sconfitta per il Pd sull’immagine del suo esecutivo.

 

Da qui il senso dell’urgenza, non, precisa, «da psicopatico che va in crisi di astinenza se sta fermo» ma per andare incontro alle urgenze dei cittadini comuni. E così se gli sgravi Irpef servono «a dare un orizzonte di speranza» e non sono «un’operazione di marketing», è sulle riforme istituzionali, sui tagli alla politica e sulle misure per il lavoro che il premier punta entro le europee. «Dire che i vari interventi legislativi nel passato – afferma – non hanno creato precarietà e l’hanno risolta significa negare la realtà. Cambiare e semplificare le regole è una priorità assoluta». Un nuovo avviso ai sindacati sul piede di guerra contro il decreto lavoro così come ai partiti, Pd in primis, fa sapere che i tempi delle riforme non cambiano: entro il 25 maggio via libera all’Italicum e primo ok al superamento del bicameralismo. Solo così Renzi punta ad avere un posto in prima fila in Europa. E a depotenziare Beppe Grillo, di cui ufficialmente non ha paura: «il problema non è fermare l’onda M5S. Per la prima volta da qualche mese lui non gioca più in attacco, ma sulla difensiva». Il premier, invece, non ha intenzione di passare la palla. E chissà se la maglia numero 10 di Totti, regalatagli da Massimo D’Alema, gli porta fortuna.

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