20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

politica

Il premier ospite di ‘In mezz’ora’ su RaiTre parla dell’inchiesta di Potenza e difende la ministra Boschi: “Dimissioni? Ma di che parliamo, ha fatto il suo lavoro”. Fonti della procura di Potenza: non pensavamo di sentirlo

Sceglie di rispondere alle domande di Lucia Annunziata, Matteo Renzi, ospite di In mezz’ora. Lo fa per affrontare – a poche ore dal ritorno dagli Usa – il caso Guidi. E va subito all’attacco: “Ho scelto io di fare questo emendamento. Lo rivendico con forza. L’idea di sbloccare le opere pubbliche e private l’abbiamo presa noi. La rivendico, per Tempa Rossa così come per Pompei, per esempio”. Poi precisa: “Noi non sapevamo delle indagini, è giusto così. Se qualcuno ha pagato tangenti o ha fatto degli illeciti in quel caso voglio che sia scoperto, chiedo ai magistrati di fare il massimo degli sforzi”. E sottolinea: “Per adesso dopo 27 anni non è stato tirato fuori un goccio di petrolio perché le autorizzazioni sono state rinviate come spesso succede in Italia”. Posizioni che, nella sua controffensiva, Matteo Renzi ribadisce qualche ora dopo il passaggio televisivo in un post sul suo profilo Facebook in cui, tra le “opere sbloccate da questo governo”, inserisce anche “Bagnoli, la Variante di Valico, il Bisagno, la Napoli-Bari, l’Expo, la Salerno-Reggio, il tunnel del Brennero, i viadotti in Sicilia. E l’elenco potrebbe continuare”.
Durante il confronto con Lucia Annunziata, a una domanda sulla presunta influenza delle lobby sul governo, il premier replica: “Ci dicono che siamo quelli delle lobby quando noi abbiamo fatto la legge su reati ambientali, le pene sull’anticorruzione, abbiamo fatto delle iniziative concrete e reali compresa l’approvazione in prima lettura alla Camera del conflitto d’interessi. Dire che noi siamo quelli delle lobby a me fa, tecnicamente parlando, schiattare dalla risate”.
Poi, con tono di sfida: “I magistrati vogliono sentirmi? Eccomi. Con i nostri provvedimenti stiamo cambiando l’Italia: se i magistrati vogliono interrogarmi, mi possono interrogare non solo su Tempa rossa ma anche su tutto il resto che abbiamo sbloccato: Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria, variante di valico. Se vogliono mi possono interrogare, anche oggi pomeriggio”. Ipotesi – quella di un interrogatorio del premier – che però non era stata considerata dai pubblici ministeri della procura di Potenza, come fanno trapelare dagli uffici incaricati delle indagini.
Poi Renzi fa una lunga difesa della ministra Boschi. Se ci fosse, in capo a Maria Elena Boschi, una posizione come quella che ha portato alle dimissioni Federica Guidi, anche lei dovrebbe dimettersi? Alla domanda di Annunziata, il premier-segretario risponde: “Ma di che parliamo? Tutti quelli che si trovano ad aver commesso un errore si devono dimettere, io per primo ma in questo caso non c’è discussione alcuna. Il provvedimento l’ho voluto io. Ma di che discutiamo?. Lei ha fatto il suo lavoro”.
Ministra Boschi che, nell’intervista alla Stampa, dice: “Io quel provvedimento lo difendo, risponde a una necessità, crea lavoro. Naturalmente posso sbagliare, non dico di essere perfetta. Ma anche nei miei errori c’è sempre la buonafede, mai la lusinga di qualcuno o gli interessi personali”. E parla di “poteri forti” schierati contro il governo. Sullo stesso tema Renzi usa parole leggermente diverse: “Io non credo ai complotti dai tempi di Aldo Biscardi, credo che ci sia legittimamente e giustamente una battaglia politica contro di noi da parte di tante persone. Non definirei Grillo e Berlusconi poteri forti, piuttosto pensiero debole e loro cercano giustamente di bloccare questo tentativo di rimetter in piedi l’Italia”.
E attacca i Cinque Stelle: “Grillo ha detto che abbiamo preso i soldi dell’Eni e di questa frase deve rispondere. Se dice che io sono complice e colluso con le mani sporche di denaro non mi sta dicendo che sono incapace, mi sta togliendo la cosa più preziosa: il mio onore e dignità e su questo io reagisco”.
Sulle trivelle, uno spiraglio nei confronti della minoranza a poche ore dalla direzione dem:  “Il referendum vuole abrogare una legge fatta dal pd e quindi evidentemente il Pd spera che il referendum fallisca ma chi vuole andare a votare sceglierà liberamente. Non stiamo col fucile puntato. E’ la posizione di sempre”. E aggiunge: “Credo che la tensione nel Pd sia legata a tante questioni e, più che al referendum, alle amministrative e alle primarie. La gente ci chiede di smettere di litigare e di lavorare, di pensare agli italiani”. Le ultime battute dell’intervista sono sul caso di Carrai, l’imprenditore a lui vicino: “Quella che io avrei messo un mio amico alla guida del dis o dei servizi è una cosa che non è mai esistita. Ma non c’è ombra di dubbio che Marco Carrai lavorerà con me nel mio team a Palazzo Chigi. Non ci vedo nulla di male”.
Il blog di Grillo: “Siamo alle comiche”. Sul blog di Grillo viene lanciato l’hashtag #querelacitutti. Accompagnato dalla seguente motivazione: “Il Bomba (Matteo Renzi, ndr) ha annunciato che querelerà Beppe Grillo e il MoVimento 5 Stelle perché hanno osato dire ciò che è sotto gli occhi di tutti, cioè che questo è un governo asservito alle lobby del petrolio e delle banche, invischiato in conflitti di interessi giganteschi, che fa leggi non per i cittadini, ma per garantire gli affari del compagno dell’ex ministro Guidi o per salvare la banca del padre della Boschi (…).  Il problema, per il Bomba, non è lo scandalo che travolge il suo ministro e il suo intero governo, per lui lo scandalo è il Movimento 5 Stelle che denuncia ciò che è accaduto. Per questo annuncia querela, per provare a intimidire e imbavagliare (…). Peccato che questa voce rappresenta 9 milioni di italiani onesti che non ne possono più. Questa voce il bomba non può zittirla, le sue minacce di querela non serviranno a nulla se non a rafforzarla”.

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