Fonte: corriere della Sera
di Danilo Taino
La Banca mondiale ha stimato che nel 2020 siano finiti in povertà tra i 119 e i 124 milioni di persone a causa della pandemia e prevede che pure quest’anno il numero dei poveri aumenti di altri 20-40 milioni.
I più ricchi del mondo si sono presi uno spavento — probabilmente molto minore di quello del resto della popolazione — un anno fa, quando è scoppiata la pandemia da Covid-19. Tra marzo e giugno 2020, i patrimoni dei cosiddetti Uhnwi — gli individui con una ricchezza superiore ai 30 milioni di dollari — erano scesi tra il quattro e il 5%. I valori dei beni mobili e immobili sono poi risaliti, al punto che la popolazione di Uhnwi è cresciuta del 2,4% nel 2020, a un totale di 521.653 persone nel mondo — secondo il Wealth Report 2021 della società di consulenza Knight Frank. Il 36% dei miliardari in dollari vive in Asia, il 31% nell’America del Nord, il 18% in Europa. I milionari stanno invece per il 42% in Nordamerica, per il 29% in Europa e per il 22% in Asia. Il numero di coloro con più di 30 milioni di patrimonio è aumentato in gran parte del pianeta, con una punta del 12% in Asia; cali solo in Russia (-21%), America Latina (-14%) e Medio Oriente (-10%).
Le cose sembrano andare poco bene (si fa per dire) per gli Uhnwi italiani, calati l’anno scorso del 3% a 10.441 persone (ma in Francia sono diminuiti del 9%, in Spagna del 14%, in Grecia del 33%). Al polo opposto, il numero di cinesi con più di 30 milioni di proprietà mobiliari e immobiliari è cresciuto del 16% (quello degli americani del 4% e dei tedeschi del 3%). Lo studio di Knight Frank indica anche quante sostanze occorre avere per entrare nel club dell’1% dei più ricchi. In Italia servono 1,4 milioni di dollari. A Montecarlo, 7,9; in Svizzera, 5,1; negli Stati Uniti, 4,4. In India bastano 60 mila dollari. Sin qui, la versione dei facoltosi. C’è naturalmente un versante opposto. La Banca mondiale ha stimato che nel 2020 siano finiti in povertà tra i 119 e i 124 milioni di persone a causa della pandemia. Tra l’aumento del numero dei molto ricchi e quello dei molto poveri non c’è una relazione diretta: non è che quello che guadagna uno venga sottratto all’altro. È però evidente che, dopo vent’anni in cui il numero dei ricchi aumentava e in parallelo quello dei poveri calava, in un anno in cui non si è creata ricchezza nuova a livello globale la pandemia ha avuto effetti divergenti. È probabile che i patrimoni dei più ricchi crescano anche nel 2021. La Banca mondiale prevede invece che pure quest’anno il numero dei poveri aumenti di altri 20-40 milioni.