Fonte: La Stampa
di Francesca Sforza
Christian Masset convocato al Quai D’Orsay «in seguito agli attacchi senza precedenti del governo italiano»
La Francia richiama l’ambasciatore a Roma Christian Masset “per consultazioni”, in seguito “agli attacchi senza precedenti del governo italiano”, si legge nella nota della portavoce del Ministero degli esteri francese. L’ultima volta accadde nel 1940, quando il Regno d’Italia entrò in guerra contro la Francia, consegnando la dichiarazione all’allora ambasciatore André François-Poncet. Un gesto grave dunque, quello di stamattina, che Parigi motiva senza ambiguità: “Le ultime ingerenze sono una provocazione ulteriore e inaccettabile, violano il rispetto dovuto all’elezione democratica fatta da un popolo amichevole e alleato e il rispetto che i governi democratici e liberamente eletti si devono reciprocamente”. L’incontro di qualche giorno fa tra il vicepremier Luigi Di Maio, il militante cinquestelle Alessandro Di Battista e il portavoce dei gilet gialli Christophe Chalençon, con tanto di photo-opportunity che li ritrae sorridenti e in gruppo, è stata probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Per diversi mesi la Francia è stata oggetto di ripetute accuse, attacchi infondati e pretese assurde – si legge ancora nella nota – Essere in disaccordo è una cosa, strumentalizzare le relazioni a fini elettorali è un’altra”.
La decisione di richiamare Masset – anch’essa senza precedenti tra paesi dell’Unione Europea – arriva dopo che il 21 gennaio scorso l’ambasciatrice d’Italia a Parigi, Teresa Castaldo, era stata già convocata dal ministero degli Esteri francese in seguito alle dichiarazioni di Luigi Di Maio. Questi aveva sostenuto che “se la Francia non avesse le colonie africane, che sta impoverendo, sarebbe la 15ma forza economica internazionale e invece è tra le prime per quello che sta combinando in Africa”. In quell’occasione la diplomazia riuscì a contenere i danni, tanto che da fonti francesi trapelò una certa qual considerazione per il fatto che si trattava di esternazioni legate a un contesto di politica interna italiana.
Nei mesi precedenti le incomprensioni erano state numerose: prima l’affaire Bardonecchia, che aveva portato a una convocazione di Masset da parte della Farnesina, poi le divergenze sul dossier libico (che si era però ricomposto nel corso della Conferenza di Palermo), infine
il caso Battisti, che aveva riaperto il tema dell’estradizione di terroristi riparati in suolo francese. Sono seguite le polemiche del militante pentastellato Di Battista sul franco centroafricano e la politica francese sui migranti, e in generale si è creato un clima in cui i toni anti-francesi si sono fatti ogni giorno più insistiti ricorrenti. Di fronte infine all’aperto sostegno ai gilet gialli, irrituale da parte di esponenti del governo di uno stato membro, quello che in ambienti diplomatici si temeva già da qualche giorno – una messa in crisi dei rapporti bilaterali e la conseguente difficoltà a fare marcia indietro – si è purtroppo verificato.