23 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

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di Beppe Severgnini

L’Italia non può permettersi un piano nazionale di adeguamento antisismico e, insieme, il rifacimento di ogni singolo edificio storico gravemente danneggiato o distrutto. Dovremo scegliere

Il Campanile di San Marco è una copia. L’originale crollò il 14 luglio 1902, alle ore 9.47. Non ci furono vittime, se non il gatto del custode. Il sindaco di Venezia, Filippo Grimani, in occasione della posa della prima pietra, ripetè una frase che diventò uno slogan: «Come era, dove era!». Il nuovo campanile venne inaugurato nel 1912. Com’era e dov’era.La Cattedrale di Noto è rifatta. Venne giù la sera del 13 marzo 1996. Il terremoto del 1990 aveva provocato danni strutturali che, combinati a difetti di costruzione, portarono alla caduta della cupola, dell’intera navata destra, della navata centrale e del transetto destro. La Cattedrale è stata riaperta nel 2007. Com’era e dov’era.
La Basilica di San Benedetto a Norcia è crollata domenica. Era stata costruita nel XIV secolo. Resta la facciata con il rosone, e perde i pezzi a ogni nuova scossa. Il resto è un ricordo. Con l’aiuto dell’imprenditore Brunello Cucinelli — e speriamo con l’intervento Ue, San Benedetto è il patrono d’Europa! — la chiesa verrà ricostruita. Com’era e dov’era.
E’ giusto? Un dubbio, confesso, l’ho avuto: finiscono gli uomini e le donne, perché non devono finire le cose? Poi ho capito: alcuni luoghi sono simbolici, e i simboli servono. L’autenticità artistica è meno importante del messaggio spirituale. I mattoni — a Norcia, Noto, Venezia — saranno diversi. Ma il significato di quei monumenti è speciale; e non cambia.
Purtroppo, non si può fare dappertutto. L’Italia non può permettersi un piano nazionale di adeguamento antisismico e, insieme, la ricostruzione di ogni singolo edificio storico gravemente danneggiato o distrutto. Dovremo scegliere. Sostenere il contrario è emotivamente comprensibile, ma ingannevole. «Ricostruiremo tutto!», promette Matteo Renzi. Così evita discussioni inopportune, oggi; ma crea aspettative pericolose, domani. Renzo Piano, più prudente, vuol rendere sicure 10 milioni di abitazioni («Cantiere Italia»). Non propone di «ricostruire tutto».
Non cerchiamo di curare il dolore con la retorica. Sarebbe meraviglioso far scorrere il tempo all’indietro, e riportare Norcia, Amatrice e centinaia di altri borghi alla serenità della scorsa primavera. Ma il terremoto è arrivato, ha ucciso, ha distrutto. Molte cose torneranno come prima; non tutte. Facciamo bene il possibile, facciamolo in fretta e onestamente. E’ già molto.

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