19 Settembre 2024

POLITICA

Fonte: La Stampa

Dopo la bocciatura dei magistrati il ministro ha incontrato i vertici del sindacato delle toghe

ANSA - La Stampa
ANSA – La Stampa

«Pronti al confronto, ma nessun passo indietro rispetto all’obiettivo». Ferie comprese. È questa la posizione del ministro Andrea Orlando che all’indomani della durissima nota dell’Anm contro la riforma della giustizia ha visto i vertici del sindacato delle toghe Rodolfo Sabelli e Maurizio Carbone. Un incontro «in calendario già da tempo» nel quale «Sabelli e Carbone mi hanno illustrato le ragioni del comunicato di ieri», spiega il ministro. Ma «quella che è iniziata – aggiunge – non è una trattativa». E in effetti, anche il numero uno delle toghe, pur restando aperto al dialogo («non siamo stati noi a rovesciare il tavolo»), non recede: «Passi indietro non ne abbiamo fatti neppure noi – dichiara Sabelli – anzi abbiamo ribadito le nostre ragioni. Sul tema delle ferie si è rotto un metodo improntato al confronto: e non siamo stati noi a produrre questa rottura, ma il governo. E si è data una rappresentazione errata delle priorità della giustizia». Parole ferme a cui si aggiungono le critiche arrivate oggi dal Csm.

 

Se trattativa non sarà, la necessità di un approfondimento si respira. Orlando fissa dei paletti. «Ho avuto mandato dal governo per un approfondimento sul nodo del taglio delle ferie – ha detto Orlando – che tenga presente la specificità dell’attività dei magistrati, ma mantenendo fermo l’obiettivo di fondo per cui in una fase di crisi si chiede anche alla magistratura un sacrificio come alle altre categorie». Come rimodulare questo sacrificio, lo si vedrà nelle possibili modifiche, in fase di conversione, al testo del decreto sul civile che contiene il taglio delle ferie dei giudici da 45 a 30 giorni a partire dal 2015. Il provvedimento si avvia alla pubblicazione in Gazzetta per lunedì, riferisce lo stesso Orlando. E sui contenuti per smaltire i milioni di processi pendenti «siamo aperti a contributi da parte della magistratura che lo possano rafforzare».

 

Il giorno dopo la dura presa di posizione dell’Anm, che al di là delle ferie ha bocciato come troppo deboli le misure della riforma su prescrizione e falso in bilancio e ha espresso preoccupazione per una possibile stretta sulle intercettazioni, scendono in campo anche diversi esponenti del Csm. Oggi infatti si è riunito in plenum, l’ultimo di questa consiliatura in vista dell’elezione dal parte del Parlamento degli 8 membri laici che andranno a completare la composizione del nuovo consiglio. I togati non hanno apprezzato come il premier Matteo Renzi ieri a Porta a Porta ha liquidato con un «brr che paura…» le osservazioni molto critiche del “sindacato” delle toghe. Paolo Auriemma di Unicost, corrente moderata delle toghe, ha parlato di «atteggiamento irridente che amareggia»; Paolo Carfi’ di Area, che riunisce l’ala di sinistra, di «metodo umiliante»; e Antonello Racanelli di Magistratura Indipendente, di «battute irridenti». Anche qui Orlando guarda avanti, non vuole pregiudicare la riforma, «un obiettivo che non possiamo farci sfuggire» e invita per questo a «recuperare i toni di un’azione comune».

 

Una nuova insidia, intanto, si affaccia sulla responsabilità civile, con la possibilità di nuovi blitz della Lega per reintrodurre con un emendamento alla legge Comunitaria la responsabilità diretta. In questo caso «non so se il governo metterà la fiducia», ma oggi «in Cdm è già stata chiesta l’autorizzazione a porla», avverte Orlando, che per altro preferirebbe portare in porto una riforma su questa materia non agganciandola alla legge Comunitaria, ma facendo viaggiare autonomamente il ddl già steso dal governo.

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