POLITICA
Fonte: La StampaEsclusa l’ipotesi ghigliottina, ma si lavora anche di notte e nel week end sul ddl, a rischio ostruzionismo dopo la presentazione di 8000 proposte di modifica
Si va avanti a oltranza e si dilatano i tempi delle sedute dalle 9 di mattina a mezzanotte e anche nel fine settimana. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama, manifestando l’esigenza che il ddl riforme venga approvato, almeno nella prima lettura, entro l’inizio della pausa estiva. Gli emendamenti presentati dai gruppi alla riforma costituzionale sono circa 8000: in questo modo, ha detto il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, «non verrebbe approvata nemmeno alla fine del 2014. Abbiamo avuto già 50 ore di discussione in aula e due giorni di illustrazione degli emendamenti».
«Abbiamo chiesto a tutti i gruppi – ha proseguito Zanda – una consistente riduzione degli emendamenti, mantenendo quelli politicamente rilevanti. Ma la richiesta non è stata accolta».
Esclusa quindi l’ipotesi “ghigliottina”, anche se Zanda ha detto di volere puntare a quello che in gergo viene chiamato “canguro” (se viene approvato o bocciato un emendamento molti altri simili o uguali decadono di conseguenza). Alla notizia si sono levate proteste rumorose, con boati di disapprovazione durante la lettura del nuovo calendario da parte del presidente del Senato Pietro Grasso. Il capogruppo di Forza Italia Paolo Romani ha detto di trovare «irragionevole» la proposta sperando che nel frattempo «la ragionevolezza prenda il sopravvento». Il relatore Calderoli, parlando anche a nome di Anna Finocchiaro, chiede invece uno «spazio temporale» per elaborare delle proposte da avanzare poi in aula, che potrebbero far superare l’ostruzionismo.
«Sono molto preoccupato per la strada che stiamo per intraprendere – ha detto Calderoli – una strada su cui ieri avevo dato alcuni suggerimento. Ieri parlato a nuova perché suocera intendesse. Ma mentre la nuora ha detto che era disponibile a ritirare gli emendamenti a certe condizioni, la suocera non ha detto nulla».
Calderoli ha poi sottolineato che due terzi degli emendamenti riguardano i primi due articoli, quelli sul futuro Senato. «Noi relatori – ha ricordato – abbiamo messo la faccia in commissione, chiedendo il ritiro di determinati emendamenti perché i temi sarebbero stati affrontato in aula e io non vengo meno a questo impegno». Tra gli emendamenti, ha insistito Calderoli, ce ne sono anche alcuni firmati da persone «ortodosse della maggioranza». Calderoli ha poi fatto un ammonimento: «Ho sentito parlare di ghigliottina; con la ghigliottina la prima testa che cade è quella della riforma e del governo».