POLITICA
Fonte: La StampaL’incontro dopo l’annuncio del governo sulle nomine delle società partecipate. Primo via libera al ddl sul Senato entro il 25 maggio. Poi la legge elettorale
Tiene l’accordo sulle riforme tra il leader di Forza Italia e il premier Matteo Renzi, che stasera si sono incontrati a Palazzo Chigi per discutere sulle riforme, in particolare quella del Senato. Un colloquio durato circa due ore e mezza e che ha visto anche la presenza dei fedelissimi dell’ex Cavaliere Gianni Letta e Denis Verdini. Restano fermi i paletti fissati nel patto del Nazareno – sul punto del Senato non più elettivo non si transige- mentre ci saranno aggiustamenti su alcuni punti marginali.Dall’ex Cavaliere, inoltre, è arrivato l’impegno sulla tenuta del suo partito, anche sul timing: ok al primo via libera entro il 25 maggio, poi la legge elettorale.
L’incontro si è svolto a pochi giorni dall’ultimatum di Renato Brunetta di qualche giorno fa sull’approvazione entro Pasqua della legge elettorale. In quella occasione l’ex Cavaliere era sceso in campo per chiarire che Forza Italia avrebbe mantenuto «la parola» data. Quindi, nel sottolineare la tenuta «fino in fondo» del patto, aveva anche sollecitato un incontro con il premier per aggiornare l’intesa siglata tra i due.
Ma lo stesso capogruppo di Forza Italia alla Camera oggi su Radio 1 ha continuato a seminare dubbi sull’esito favorevole dell’iter di approvazione della legge elettorale. « È insabbiata a Palazzo Madama – ha sottolineato Brunetta- semplicemente perché Renzi al Senato non ha i voti, così come non li ha per fare approvare la riforma del Senato». Un esplicito riferimento ai dubbi di Bersani sull’Italicum espressi in un’intervista su La 7 e alle critiche di «Grasso, dei professoroni, dei professorini, dai professori e così via», che dimostrerebbero, a suo dire, che «la riforma del Senato è in alto mare».
E a fare da contrappeso alle parole di Brunetta, il commento del sottosegretario Graziano Delrio che a Porta a Porta ha sottolineato: «È giusto per il bene del Paese che i leader si parlino e che continuino a parlarsi costantemente» sul tema delle riforme. «Tutti abbiamo notato un certo nervosismo negli ultimi giorni da parte di Berlusconi». C’era, continua Delrio, «la necessità di sentirsi di continuare a parlarsi per un cammino che fa bene all’Italia».