24 Novembre 2024
Ambiente Rinnovabili2

Picco smantellamento dei pannelli solari tra 2027 e 2033, fine della prima generazione di rotori eolici e batterie da 1.000 tonnellate nel 2025 a più di 6 milioni di tonnellate entro il 2050: lo studio di Native Strategy

Lo sviluppo delle rinnovabili porterà milioni di tonnellate di rifiuti nei prossimi anni: materiali provenienti da fotovoltaico, eolico e batterie per veicoli elettrici. Lo studio “Energie rinnovabili e mobilità elettrica: opportunità di investimento nella catena del valore del riciclo di rifiuti emergenti” di Native Strategy, società di consulenza strategica internazionale collegata all’ecosistema Bip (Business Integration Partner), prova a mettere in fila alcuni numeri.

Pannelli, pale e batterie
Secondo il report, l’Italia si prepara ad affrontare un picco nella domanda di smantellamento dei pannelli fotovoltaici tra il 2027 e il 2033. Un periodo critico che coincide con il fine vita dei 16,9 GW di impianti installati tra il 2010 e il 2013 grazie agli incentivi pubblici. Per quanto invece riguarda l’eolico invece il nostro Paese si trova di fronte alla fine del ciclo operativo della prima generazione di generatori. Lo studio sottolinea l’urgenza di sviluppare soluzioni di business alternative alla discarica per le pale eoliche, composte principalmente da materiali compositi e quindi difficili da riciclare. Sebbene circa l’85-90% dei generatori possa essere riciclato, il peso delle pale rappresenta un vincolo significativo per l’economicità del processo di riciclo, stimato intorno ai 530mila dollari per turbina. Le indicazioni delle direttive europee, che vietano l’abbandono nelle discariche, rendono già oggi cruciale lo sviluppo di nuove filiere per il recupero e riciclo in maniera più sostenibile di queste tecnologie.
Infine, l’elettrificazione dei trasporti fa prevedere che il volume di batterie per veicoli elettrici, giunto alla fine del suo ciclo, aumenterà da 1.000 tonnellate nel 2025 a più di 6 milioni di tonnellate entro il 2050. Il riciclo è una via tanto più urgente se si considera che la domanda di materiali come litio, cobalto, manganese, nichel e grafite crescerà del 500% entro il 2050, mentre i costi operativi per il riciclo delle batterie in Italia potrebbero raggiungere i 309 milioni di euro entro lo stesso periodo.

Opportunità per l’Italia
«Siamo davanti ad una fase critica, ma anche di opportunità per l’Italia, in quanto nei prossimi anni avremo la necessità di smaltire in modo sostenibile molte tecnologie di energie rinnovabili e batterie giunte a fine vita. Con la crescita della capacità installata di impianti fotovoltaici ed eolici, e l’aumento previsto delle batterie a fine vita, sarà cruciale sviluppare e adottare tecnologie avanzate che permettano di gestire efficacemente questi processi», ha commentato Paola Leoni ceo di Native Strategy. «I forti investimenti in energie rinnovabili genereranno già nei prossimi 10 anni milioni di tonnellate di rifiuti ad alto valore, offrendo la possibilità di recupero di materiali strategici e rari. Ad oggi la filiera italiana mostra ampi spazi di mercato per player istituzionali e privati favorendo aggregazioni, partnership e la messa a terra di nuove soluzioni di recupero abilitate dai progressi tecnologici», ha aggiunto Davide Bertelli, director Native Strategy responsabile dello studio.

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