20 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

Piemonte, Campania e Lombardia ritardano le decisioni del governo: «Non vanifichiamo gli sforzi fatti». Fughe in avanti di altri governatori: in Liguria manutenzione degli stabilimenti balneari, in Veneto sì a jogging e pic-nic

Non è ancora l’avvio ufficiale della “Fase 2”, ma sono i primi timidi passi di un nuovo inizio. Questa mattina hanno riaperto librerie, cartolerie e negozi d’abbigliamento per l’infanzia, con tutte le precauzioni del caso: mascherine e gel igienizzanti. Ma non sarà così in tutta Italia: è una riapertura (soft) in ordine sparso. Non sono poche le regioni – con una babele di ordinanze – che hanno deciso di mantenere le forti restrizioni del lockdown, andando contro le decisioni del governo. Altre hanno invece cominciato ad allentare le maglie dei divieti sulla scia dei dati ormai stabili, se non in lieve calo, dei contagi. E non è escluso che la prossima settimana possano riaprire i battenti anche altri settori dell’industria, come quello della moda, dell’auto o della metallurgia, anche se il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha invitato alla calma. «Al momento – ha detto ieri – si tratta di ipotesi premature». In un Paese ancora blindato anche sul fronte della mobilità – con le limitazioni confermate dal Ministero dei trasporti sul traffico aereo, automobilistico, ferroviario e marittimo – inizia oggi una lenta ripresa.

Obbligo di mascherine in Lombardia
In Lombardia l’ordinanza firmata sabato da Attilio Fontana vieta la riaperture di librerie e cartolerie, consente invece quella dei negozi di abbigliamento per l’infanzia. Il governatore ha disposto anche l’uso di mascherine all’aperto (o comunque l’obbligo di coprire naso e bocca con qualunque indumento) e lo stop ad alberghi e strutture ricettive. Gli studi professionali, poi, potranno aprire solo per servizi indifferibili e urgenti. Resta un lockdown totale in Piemonte, «per non vanificare gli sforzi fatti finora», come ha detto il governatore, Alberto Cirio.

Campania, aperture solo per due giorni
Anche la Campania ha scelto la linea del rigore. Vincenzo De Luca ha confermato la chiusura di librerie e cartolerie, limitando poi l’apertura dei negozi di abbigliamento per i più piccoli a due mattine la settimana, dalle 8 alle 14. In Campania sarà vietato anche il cibo d’asporto. Per consentire ai proprietari di mettere in sicurezza i locali, il Lazio posticipa al 20 aprile la riapertura delle librerie.

Resta la stretta in Emilia
In Emilia-Romagna resta la stretta sulle cosiddette zone arancioni, cioè le province di Piacenza, Rimini e sulla città di Medicina. Leggera riapertura, invece, in Liguria, dove il governatore, Giovanni Toti, ha firmato l’ordinanza che consente di andare agli orti e ai frutteti, di riprendere i lavori di giardinaggio e di procedere alla manutenzione degli stabilimenti balneari e dei chioschi in vista dell’imminente, ma quantomai incerta, stagione estiva. Sì anche ai piccoli lavori di manutenzione edile e alle attività dei cantieri nautici propedeutiche alla consegna, alla manutenzione dei campi di calcio e da golf.

Il Veneto accelera
«Soft lockdown», invece, in Veneto. La nuova ordinanza del presidente, Luca Zaia, consente di fare attività motoria anche oltre i 200 metri da casa, «ma non si può certo arrivare a 4-5 km, è ovvio, serve buonsenso», precisa il governatore. Per uscire di casa, però, ci sarà bisogno di mascherina, guanti, e gel, mentre chi ha più di 37.5 di febbre non potrà scendere in strada. Aumentato anche il distanziamento sociale che passa da uno a 2 metri.

La Toscana riapre le librerie
La Sicilia proroga le misure restrittive, con l’obbligo soft delle mascherine, seppur recependo le aperture del nuovo Dpcm. Obbligo di mascherine all’aperto in Friuli Venezia Giulia, dove sarà consentito fare attività motoria, ma solo vicino casa. Sì alla riaperture di librerie e cartolibrerie in Toscana, ma solo se gestori e clienti indosseranno la mascherina. In Trentino restano chiusi i negozi per l’infanzia e le librerie, mentre potranno riprendere le attività produttive all’aperto e le attività nei cantieri, stradali ed edili. Sui luoghi di lavoro, però, vanno garantiti il termoscan, le mascherine e le distanze minime.

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