È la stima, non ufficiale, su cui sta lavorando la Commissione europea per mettere d’accordo gli Stati sul meccanismo di solidarietà obbligatoria
Ventiduemila euro per ogni migrante non ricollocato. È una stima, ipotesi non ufficiale, su cui sta lavorando la Commissione europea per mettere d’accordo gli Stati sul meccanismo di solidarietà obbligatoria. Nella sostanza, i Paesi, con il nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo, dovranno dare disponibilità ai ricollocamenti dei migranti arrivati alle frontiere esterne dell’Unione, in caso di emergenza dichiarata dalla Commissione. Non sono obbligatori ma in caso di rifiuto dovranno contribuire o favorendo i rimpatri dei non ammissibili per l’asilo oppure pagando una parte dei costi per l’accoglienza, ossia 22 mila euro a migrante. Una proposta che viene respinta in particolare dal gruppo Visegrad ma non trova convinti nemmeno i Med5, i Paesi del Mediterraneo.
Nei giorni scorsi la Polonia si era lamentata con la Commissione perché sostiene che per ogni rifugiato ucraino accolto vengono ricevuto 200 euro di fondi europei ma rischia di pagarne 22 mila per ogni migrante respinto. Il dossier verrà affronto alla riunione dei ministri degli Interni l’8 giugno a Lussemburgo. Resistenze anche da parte della Repubblica ceca.
«È una sottostima in realtà su cui si dovrà discutere, nulla è stato deciso – ha precisato una fonte diplomatica europea -. L’obiettivo è trovare l’equilibrio: non dev’essere un’ammenda ma nemmeno una cifra talmente bassa da assolvere i Paesi dalla redistribuzione».
Nei giorni scorsi la Polonia si era lamentata con la Commissione perché sostiene che per ogni rifugiato ucraino accolto vengono ricevuto 200 euro di fondi europei ma rischia di pagarne 22 mila per ogni migrante respinto. Il dossier verrà affronto alla riunione dei ministri degli Interni l’8 giugno a Lussemburgo.