19 Settembre 2024
camera dei lord

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Il leader laburista Keir Starmer ha presentato un radicale piano di riforma se il suo partito, oggi all’opposizione, vincerà le prossime elezioni

Rivoluzione in vista a Westminster se il partito laburista vincerà le prossime elezioni, come sembrano indicare i sondaggi. Keir Starmer, il leader dell’opposizione, ha presentato un radicale piano di riforma che prevede l’abolizione della Camera dei Lord e la devoluzione dei poteri dall’amministrazione centrale alle regioni e alle città.
Il progetto per «una nuova Gran Bretagna» libererà il Paese dalla tirannìa di Londra, ha promesso Starmer, eliminando anche «l’indifendibile Camera dei Lord il prima possibile». La Camera alta, secondo la proposta laburista, andrebbe sostituita da un’assemblea democraticamente eletta che rappresenterebbe tutte le regioni del Paese.

La composizione della Camera dei Lord
I Pari del Regno sono in parte ereditari (91), in gran parte nominati dai premier all’incarico a vita, e comprendono anche 26 vescovi anglicani. La polemica sulla House of Lords si è intensificata negli ultimi anni di Governo conservatore, dato che diversi premier, da David Cameron a Boris Johnson, hanno sfruttato il loro diritto di nominare i “peer” per ricompensare alleati e sostenitori del partito. Il risultato è che ora ci sono quasi 800 Lord, molti di più dei 650 deputati del Parlamento di Westminster, un’anomalia del sistema bicamerale unica al mondo.
Gran parte del piano di riforma laburista riguarda il decentramento della politica decisionale da Westminster alle regioni. L’ex premier Gordon Brown, autore del progetto, ha detto che si tratterà «del più grande trasferimento di poteri che il Regno Unito abbia mai visto», che ridimensionerà il ruolo dei ministri e darà invece un ruolo chiave ai sindaci eletti.
Il Governo di Edimburgo potrà negoziare trattati internazionali su questioni che riguardano la Scozia. Per Brown, che è scozzese, dare più autonomia a Scozia e Galles è anche un modo per arginare le pulsioni indipendentiste che stanno crescendo in entrambe le nazioni.

Le ricadute economiche
Il piano ha anche una forte componente economica e punta a rilanciare la crescita in zone finora neglette della Gran Bretagna, generando 200 milioni di sterline all’anno, secondo i calcoli dei laburisti. La British Regional Investment Bank finanzierà gli investimenti nelle diverse regioni britanniche e la creazione di 288 “nuovi distretti economici”, 200 dei quali saranno fuori Londra. Anche l’amministrazione pubblica farà la sua parte, con circa 50mila posti di lavoro trasferiti dalla capitale in altre città.
Un altro pilastro del piano laburista prevede la creazione di una Commissione per l’integrità e l’etica che promette di «ripulire Westminster dalla corruzione Tory», ha detto Brown. Un nuovo Commissario anti-corruzione veglierà sul comportamento di deputati e ministri e avrà il potere di indagare su violazioni del codice di condotta. I parlamentari una volta eletti non potranno più avere un secondo lavoro, a meno che non siano medici o avvocati che devono mantenere l’iscrizione all’Albo.

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