Metsola, 45 anni, è stata eletta grazie ai suffragi dei popolari, dei socialisti e dei liberali, ma ha attirato intorno alla sua persona anche voti provenienti dai verdi, dai conservatori e dalla sinistra radicale
Come ampliamente previsto, la popolare maltese Roberta Metsola è stata rieletta oggi, martedì 16 luglio, alla presidenza del Parlamento europeo. La votazione a scrutinio segreto è avvenuta qui a Strasburgo con 562 voti a favore, su un totale di 699 votanti. Metsola, 45 anni, è stata eletta grazie ai suffragi dei popolari, dei socialisti e dei liberali, ma ha attirato intorno alla sua persona anche voti provenienti dai verdi, dai conservatori e dalla sinistra radicale.
«Voglio creare un ponte tra quanto le persone si aspettano dall’Unione europea e quanto noi possiamo offrire loro», ha detto in aula Metsola, chiedendo il voto dei 720 deputati. «Vorrò rafforzare il ruolo legislativo del Parlamento, in particolare affrontando i perduranti squilibri istituzionali». Il riferimento è al fatto che l’assemblea parlamentare continua a non avere diritto d’iniziativa, a differenza di qualsiasi parlamento nazionale.
Presidente dal gennaio del 2022, Roberta Metsola, sposata a un cittadino finlandese e madre di quattro figli, si è imposta sulla scena europea, nonostante alcune sue idee non siano sempre in linea con quelle maggioritarie nell’emiciclo.
Pur progressista per quanto riguarda i diritti civili, la presidente del Parlamento – che ha battuto la rivale spagnola Irene Montero (sinistra radicale) – giunge da un paese dove l’aborto è vietato. Lei stessa è contraria all’interruzione volontaria della gravidanza.
Ciononostante, Metsola è riuscita a farsi ben volere, anche dalle fazioni politiche più radicali e meno centriste del Parlamento. Giovane, sorridente, pragmatica, ha sempre assicurato che avrebbe sostenuto la posizione dell’emiciclo, rispetto alle sue idee. Fu la prima a recarsi a Kiev al momento dell’invasione russa in Ucraina. Fu anche la prima a recarsi in Israele sulla scia dell’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico nell’ottobre scorso.
In quella circostanza, Metsola era accompagnata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Si rivelò assai più prudente e moderata nei toni rispetto all’ex ministra della difesa tedesca, la cui posizione pro-israeliana fu criticata da più parti. Ha affrontato lo scandalo del Qatargate, tentando di imporre una riforma radicale delle regole etiche del Parlamento, riuscendoci solo in parte. La revisione è stata parzialmente svuotata di sostanza dal suo partito, quello popolare.
Roberta Metsola rimarrà alla guida del Parlamento europeo per due anni e mezzo. Un accordo politico prevede che nella seconda metà della legislatura la carica vada a un esponente socialista (così come è già avvenuto in passato). Come detto, il nuovo emiciclo conta 720 deputati. Le donne sono il 39%, i nuovi parlamentari sono il 54% del totale. Il deputato più anziano è italiano, Leoluca Orlando, nato nel 1947. Il più giovane è l’austriaca Lena Schilling, nata nel 2001.
Sulle vicepresidenze regge il «cordone sanitario»
Oltre alla presidente, il Parlamento europeo nella sua prima sessione plenaria dopo il voto del 6-9 giugno ha anche eletto 14 vicepresidenti, tra cui tre popolari, cinque socialisti (tra cui l’italiana Pina Picierno), due liberali, due conservatori (tra cui l’italiana Antonella Sberna), un verde e un esponente della sinistra radicale. Il cosiddetto cordone sanitario ha retto, e nessun esponente dei patrioti o dei sovranisti ha ottenuto la posizione di vicepresidente dell’assemblea.