Fonte: La Repubblica
L’annuncio dell’ex ministro a “Che tempo che fa’ su Rai 3: “Non posso parlare per il Pd, partecipo a un tavolo. Auspico un appoggio largo”. E ribadisce la sfida a Raggi: “I mali di Roma vengono da lontano, ma con M5s e Raggi è peggiorato tutto”
“Mi candiderò a sindaco di Roma: un dovere e una grande avventura”. Così Carlo Calenda ospite di “Che tempo che fa” su Rai 3 annuncia la sua candidatura. “Non posso parlare per il Pd, partecipiamo ad un tavolo con tutte le forze centrosinistra. Io auspico un appoggio largo perché una persona da sola non può fare questo lavoro” spiega l’ex ministro dello Sviluppo economico nei governi Letta e Renzi. E ancora: “Penso che chi ha la possibilità di riportare Roma tra le grandi capitali europee abbia il dovere di farlo. Sarà una grande avventura”.
Da Fabio Fazio il leader di Azione parla anche del Pd consapevole del sondaggio, arrivato recentemente sulla sua scrivania, per il quale senza il sostegno dell’elettorato Dem il leader di Azione non arriverebbe neppure al ballottaggio, piazzandosi alle spalle di Virginia Raggi: “Il Pd dovrebbe appoggiarmi se pensa che io sia la persona adatta per governare Roma. Dicevano mai con i Cinque Stelle e poi hanno cambiato idea, io sono ancora là”. E sulle primarie sottolinea: “Non sono sempre state la panacea. Farle oggi è molto complicato. Io ho fatto anche lo scrutatore alle primarie del Pd, ma credo che dobbiamo cercare di allargare il campo il più possibile. E poi c’è un piccolo dettaglio, c’è un’emergenza sanitaria. Come pensiamo che la gente esca di casa. Farle tra qualche mese vuol dire perder tempo a parlare tra di noi per molti mesi invece che ai romani. E poi alle primarie sono stati sconfitti Sassoli e Gentiloni, vinse Marino che poi il Pd rimosse”.
Poi il giudizio sul malgoverno della città con Raggi: “I mali di Roma vengono da lontano, ma con M5s e Raggi è peggiorato tutto”. Una valutazione condivisa con il Pd: “pensiamo entrambi che la gestione dei Cinque Stelle sia stata disastrosa”.
Dunque non solo la sua candidatura, anche la scelta di far parte della coalizione di centrosinistra è ormai ufficiale. Ora il leader di Azione auspica che “ci sia un appoggio largo, anche da parte delle esperienze civiche che lavorano ogni giorno per la Capitale”. Ma soprattutto dal Pd che “deve appoggiarmi se pensa che io sia adatto a fare il sindaco”, nonostante Calenda sia un oppositore sfegatato del governo. Apertura alla coalizione quindi ma anche chiusura alle primarie: “C’è un’emergenza sanitaria in corso e le primarie non sarebbero un momento di partecipazione. Non sono sempre una panacea, vedi Ignazio Marino che le ha vinte e poi è stato rimosso”. Un punto su cui ci sarà ancora da discutere perché anche la posizione del Pd rimane sempre la stessa: “La coalizione vuole le primarie – commenta il segretario regionale dem Bruno Astorre – Nicola Zingaretti ha sempre detto che il sindaco di Roma lo scelgono i romani”.
E arrivano le prime reazioni. ” Mi sembra una buona opzione, sarà poi Nicola Zingaretti a decidere” afferma l’ex premier Enrico Letta ospite al ‘Caffè della domenicà su Radio24. “Ho molta fiducia in Nicola Zingaretti che sta facendo un ottimo lavoro sia come presidente della Regione Lazio che come segretario del Pd”.
Non mancano le critiche dai 5S. “Calenda ha finalmente dissipato ogni dubbio e ha annunciato che si candiderà a sindaco di Roma. Con chi, come e perché non è importante. Lui viene prima di tutto e tutti, sempre. E’ la sua storia a dimostrarlo. Un romanzo di tradimenti, voltafaccia, giravolte spericolate e acrobazie brutali. Per lui l’amico fidato di oggi è l’acerrimo nemico di domani” spara a zero su Facebook l’assessore al Personale di Roma Capitale Antonio De Santis: “Non è un caso che la sua candidatura abbia innescato una disperata psicanalisi all’interno del Pd”.
Anche da sinistra non mancono i distinguo: “La candidatura di Calenda si dovrà ora confrontare con quelle già scese in campo a partire da Monica Cirinnà e dalla disponibilità di una nuova generazione di amministratori municipali come Amedeo Ciaccheri. La strada da seguire è quelle delle primarie e della partecipazione popolare nelle forme possibili nella stagione del covid” incalza Paolo Cento, responsabile nazionale Enti Locali di Sinistra Italiana: “Noi abbiamo un’idea diversa della città e anche deldialogo con il M5s :ci confronteremo anche aspramente in tutti i tavoli e nelle primarie per vedere quali candidati e quali idee sono piu convincenti per Roma. Consapevoli comunque che ci vuole una coalizione larga”.
Sul fronte opposto, quello del centodestra, Matteo Salvini, in vista del vertice dei leader di martedì, conferma che il loro candidato unitario non sarà “un politico” ma un esponente della società civile : “Di Roma ne parleremo questa settimana, come per gli altri capoluoghi che vanno al voto. Non cisaranno candidati di partito – assicura da Genova – ma candidati sostenuti dalla coalizione che arrivano dal mondo del lavoro, del volontariato, delle professioni”.