Fonte: La Repubblica
Almeno due le stazioni coinvolte nell’esplosione, Putin era in città. Trovato un secondo ordigno inesploso. Identificato dalle immagini un presunto attentatore, ma i ricercati sarebbero due. Dal governatore appello a cittadini e turisti: “Siate vigili e prudenti”.
Fuoco, fumo, morti e feriti nella metropolitana di San Pietroburgo. Subito si parla di almeno dieci morti e decine di feriti, alcuni dei quali gravi. E’ stata una bomba a fare strage dentro un vagone della metro, intorno all’ora di pranzo. L’esplosione, diranno poi gli artificieri, è stata causata “da un ordigno artigianale probabilmente lasciato su un vagone prima della partenza del convoglio”, e quindi non da un terrorista kamikaze. Un ordigno reso ancora più pericoloso dall’aggiunta di “elementi lesivi”, cioè riempito di schegge, chiodi e altri pezzi di ferro. Questa la prima ricostruzione dell’agenzia Interfax.
Ore di terrore nel sottosuolo della seconda città russa. L’allarme scatta intorno alle due e quaranta ora locale (l’una e quaranta in Italia) dopo una violenta deflagrazione in un convoglio che correva in galleria, tra due diverse stazioni, la fermata del “Tekhnologicheskiy Institut” e la “Sennaya Ploshad”, che è stata invasa dal fumo, tanto che in un primo momento si è parlato di due diverse esplosioni.
E poco dopo un secondo ordigno, rudimentale, viene effettivamente trovato ancora inesploso in una terza stazione, Ploshchad Vosstaniya, nei pressi della piazza della Rivoluzione. Occorrono ore per disinnescarlo.
Le prime immagini cominciano a circolare sui social intorno alle 14, ora italiana, e si vedono porte di un vagone sventrato, una fitta coltre di fumo, corpi stesi sulle banchine e passeggeri che fuggono terrorizzati verso le uscite. Un testimone dell’agenzia Reuters ha contato otto ambulanze nei pressi della stazione della metropolitana Sennaya Ploshchad. Chiusa l’intera tratta della metropolitana. Tutta la zona viene chiusa da una cortina di sicurezza, sorvolata da elicotteri. E il governatore di San Pietroburgo, Georgy Poltavchenko, lancia un pubblico appello: “A voi cittadini di San Pietroburgo e agli ospiti della nostra città chiedo di essere vigili, attenti e prudenti e di comportarsi in maniera responsabile”.
Si setacciano i filmati della sorveglianza e a metà pomeriggio comincia a circolare la foto del presunto attentatore: è un uomo di mezza età, con la barba e abito e copricapo neri. Sarebbe salito in metro alla fermata “Petrogradskaya”, venti minuti prima dell’esplosione. Gli investigatori però ritengono che ad agire siano state due persone, così scrive Interfax citando fonti delle forze dell’ordine. “Uno di loro è colui che ha messo l’ordigno esploso nel vagone del treno, l’altro quello che ha lasciato la bomba, che non è esplosa, alla stazione Ploschad Vosstaniya”, spiega l’agenzia di news russa.
Alcuni video mostrano persone ferite e sanguinanti stese sulle banchine, soccorse dai servizi di emergenza, in altri si vedono passeggeri in fuga in mezzo a nuvole di fumo, e altre immagini mostrano le porte divelte dei vagoni. Si setacciano le telecamere di sorveglianza per tentare di identificare il responsabile. Via via emergono altri dettagli sulle vittime, diffusi dal ministero della Salute russo: delle 10 vittime, sette sono decedute nella metro, una mentre veniva soccorsa e due in ospedale, per le ferite riportate. I feriti sono 37.
In città era presente anche il presidente russo Putin, che parlava a un convegno sui media e che nel pomeriggio avrebbe dovuto incontrare per colloqui il presidente bielorusso Lukašenko.
Subito il capo del Cremlino si è espresso (video): “Non è chiaro ancora quali siano le cause, le stiamo vagliando tutte, incluso il terrorismo” ha detto pochi minuti dopo l’esplosione, ed ha preso in mano il timone dei soccorsi. Putin aveva appena finito di parlare di internet e della necessità di lasciarlo “libero”, pur vietando la circolazione di immagini pornografiche o incitamenti al suicidio, quando proprio sui social sono iniziate a circolare le prime foto dei corpi dei passeggeri. Subito si è messo in contatto con i servizi di sicurezza interni Fsb.
Il comitato anti terrorismo ha ordinato la chiusura e l’evacuazione di tutta la linea metropolitana, considerata anche una meta turistica perchè alcune stazioni sono tra le più belle al mondo. “Voglio esprimere il mio più sincero rammarico ai parenti delle vittime. Ho già parlato con i capi dei servizi, il direttore del Fsb. I corpi di polizia e servizi speciali sono al lavoro, faranno di tutto al fine di individuare le cause dell’incidente, per dare una valutazione completa di quello che è successo”, così ancora Putin.
Il procuratore generale però sembra non avere dubbi: “Si è trattato di terrorismo anche se la matrice è da individuare”. Negli anni passati la Russia è stata il bersaglio di attacchi da parte di militanti ceceni e almeno 38 persone perserono la vita nel 2010, quando due donne kamikaze si fecero esplodere nella metropolitana di Mosca. E nel 2004 oltre 330 persone, metà delle quali bambini, morirono nel massacro di Beslan. Nel 2002 la polizia fece irruzione in un teatro di Mosca per porre fine a una presa di ostaggi e il bilancio finale fu di 120 ostaggi uccisi. Putin, allora primo ministro, nel 1999 lanciò una campagna contro il governo separatista nella regione meridionale di Cecenia e da presidente ha proseguito con la linea dura per porre fine alla ribellione