Alla chiusura dei seggi gli exit poll assegnano a Russia Unita il primo posto, ma con una percentuale del 45,7% in calo rispetto al 2016. Al secondo posto in forte ascesa il partito di Ghennadij Zjuganov
Aveva vinto con il 54% dei voti, tradotti in 343 seggi su 450, alle passate elezioni del 2016. Con i sondaggi della vigilia che fissavano il calo di popolarità di Russia Unita intorno al 30%, il partito del potere e di Vladimir Putin esce dalle parlamentari di quest’anno con una vittoria più che scontata, ma ridimensionata: stando almeno agli exit poll che alla chiusura degli ultimi seggi a Kaliningrad (un’ora avanti rispetto all’Italia, un’ora indietro rispetto a Mosca) davano agli “edinorossi” (da Edinaja Rossija, Russia Unita) il 45,7% dei voti. Con una grande ripresa del Partito comunista, secondo con il 21%: rispetto al 13,34% del 2016.
Una tendenza confermata dai primi risultati reali annunciati dalla Commissione elettorale centrale: Russia Unita al 38,57%, comunisti a più del 25%. Probabile ingresso nella Duma, superando la soglia del 5%, per un partito novità: Novyje Ljudi, Gente Nuova: movimento nato nel 2020, guidato da un imprenditore del settore dei cosmetici: Aleksej Nechajev. Il partito è di orientamento liberale, vicino al Cremlino. Sembrerebbe essere riuscito ad attirare i voti di elettori giovani, poco convinti dai candidati impopolari di Russia Unita, in cerca di una formazione in cui ritrovarsi al di là dell’opposizione “sistemica” di comunisti e nazionalisti. Ma se il proseguimento dello spoglio confermerà i primi dati, la vera novità sarà il ritorno dei comunisti: a cui è andato il voto della protesta economica, delle fasce di reddito maggiormente in difficoltà, ma anche la protesta politica fatta convogliare dal movimento di Navalnyj soprattutto sui comunisti.
Le avevano definite elezioni di regime, dall’esito scontato: un esercizio voluto dal Cremlino solo perché fosse legittimata dalla popolazione la conferma di un sistema che non accetta alternative.
Un esercizio di delicati equilibrismi, tra il reale consenso di cui ancora gode Vladimir Putin – al comando dal 1999 – e la ricerca di una percentuale convincente: ma non pilotata al punto da scatenare proteste come nel 2011/12, o uno scenario simile a quello bielorusso, con un intero Paese in piazza contro il presidente.
Per questo le autorità avevano giocato d’anticipo, escludendo dal gioco chiunque potesse rappresentare una seria minaccia all’affermazione di Russia Unita, il partito del potere, al voto per il rinnovo del Parlamento, la Duma. Le manifestazioni di protesta soffocate, Aleksej Navalnyj in prigione, il suo movimento dichiarato estremista e quindi fuorilegge, in modo da togliere a ogni suo sostenitore la possibilità di candidarsi.
>Eppure, Navalnyj e i suoi non hanno rinunciato a partecipare. «Ho votato. Per me e per quell’altro ragazzo…venite anche voi. E non credete, quando vi dicono che è tutto deciso e che il vostro voto non conta nulla. Conta. È proprio il vostro voto che può impedire l’adozione dell’ennesima legge scriteriata, o fare in modo che non finisca in prigione l’ennesimo prigioniero politico. E fare in modo, magari, che qualcun’altro venga liberato».
A nome del marito, nell’ultimo giorno del voto aveva parlato Julija Navalnaja, attraverso Instagram. «Ogni voto è importante! Venite e votate in modo intelligente»: un ultimo appello a seguire le raccomandazioni del progetto “Smart Voting”, un sistema che in assenza di candidati propri invitava a indirizzare le preferenze sui candidati dell’opposizione accettata dal Cremlino – in particolare i comunisti – pur di sconfiggere i rappresentanti di Russia Unita.
Una tattica che le autorità hanno contrastato al punto da “persuadere” compagnie come Google e Apple – ma anche il canale Telegram – a bloccare l’app “Smart Voting” sul territorio russo. «Un giorno - ha scritto su Telegram Leonid Volkov, uno dei più stretti collaboratori di Navalnyj – vivremo in una Russia dove sarà possibile votare per candidati veri, con diverse piattaforme politiche. E il partito di Navalnyj competerà per un seggio in Parlamento, in elezioni oneste e competitive. Ma per ora, lo “Smart Voting” è un voto per Navalnyj».