21 Novembre 2024

Sei le proposte di legge depositate in commissione, tutte a firma delle minoranze

«Stiamo lavorando a una proposta comune e condivisa partendo dalla considerazione che il salario minimo è un punto che sta a cuore a tutti quanti. Piuttosto che andare avanti con sei disegni diversi stiamo lavorando tecnicamente a una proposta unica». Così la responsabile Lavoro della segreteria del Partito Democratico Maria Cecilia Guerra commenta la riunione sul salario minimo che si è tenuta oggi alla Camera tra i gruppi parlamentari di opposizione. Per il Pd, oltre alla deputata Guerra, ha partecipato Arturo Scotto. Per il Movimento 5 Stelle c’erano Nunzia Catalfo e Valentina Barzotti. A rappresentare Azione, Carlo Calenda e Matteo Richetti. Per il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra presenti Tino Magni e Franco Mari. Quella che si è tenuta stamane non è la prima riunione tra le opposizioni sul tema. L’obiettivo del gruppo di lavoro è approntare una sintesi unitaria il prima possibile. «Contiamo di finire molto presto», dice il deputato Mari. Possibile, al momento, la convocazione di una nuova riunione in settimana.
La discussione in corso in commissione Lavoro alla Camera si è arenata su sei proposte di legge depositate, tutte a firma delle minoranze: oscillano fra i 9 e i 10 euro le soglie di retribuzione proposte, con sanzioni per i datori che disattendano le norme.È in corso un dialogo fra le opposizioni per giungere a un testo unico. Contraria al salario minimo la maggioranza di centrodestra.

Tre proposte targate Pd
Tre le proposte di legge del Partito Democratico. Una a prima firma dell’ex ministro Andrea Orlando e sottoscritta da dalla capogruppo Debora Serracchiani e Marco Sarracino prevede che la retribuzione proporzionata e sufficiente sia quella prevista dai contratti collettivi sottoscritti dai sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale. Se manca il contratto collettivo che individua la retribuzione proporzionata e sufficiente si prevede l’intervento del ministro con un decreto che tuttavia verrebbe adottato dopo avere consultato una Commissione Interistituzionale. Al tempo stesso si prevede una soglia minima di retribuzione a 9,50 euro all’ora.
C’e’ poi una proposta a prima firma della capogruppo Serracchiani, che, anch’essa, pur non indicando una cifra relativa al salario minimo rimanda alla contrattazione collettiva riconoscendo un ruolo centrale alle parti sociali. E prevede multe per chi viola le norme da mille a 10mila euro per ciascun lavoratore.
Il testo depositato dal deputato del Pd Mauro Laus, infine, chiede che il salario minimo sia stabilito da una Commissione paritetica per la rappresentanza e la contrattazione collettiva istituita al Cnel.
La proposta M5sLa proposta di legge di M5s a prima firma diGiuseppe Conteprevede invece che «il trattamento economico minimo orario come definito dal contratto collettivo nazionale di lavoro non possa comunque essere inferiore a 9 euro lordi». Nel testo, inoltre, si punta a contrastare gli accordi pirata valorizzando i contratti collettivi. Anche se si parte infatti dal presupposto che in alcuni settori i minimi salariali fissati nei cosiddetti contratti collettivi nazionali non sembrano adeguati, alla luce delle disposizioni costituzionali e degli indicatori internazionali. E si citano alcuni esempi come: il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del settore del turismo (dove il trattamento orario minimo è pari a 7,48euro), il CCNL delle cooperative nei servizi socio-assistenziali (in cui l’importo orario minimo ammonta a 7,18 euro), il CCNL per le aziende dei settori dei pubblici esercizi,della ristorazione collettiva e commerciale e del turismo (che stabilisce il minimo orario contrattuale in 7,28 euro) e il CCNL del settore tessile e dell’abbigliamento (che stabilisce una retribuzione minima pari a 7,09 euro per il comparto abbigliamento).
Prevista, infine, anche una detassazione degli incrementi retributivi dei rinnovi di contratto. «Ferma restando l’applicazione generalizzata del CCNL, a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, – si legge nella relazione illustrativa – si introduce una sorta di prova di resistenza o di test di « dignità », una soglia minima inderogabile (9 euro all’ora), in linea con i parametri di adeguatezza indicati dalla Commissione europea.

E quella di Avs
La proposta di legge di Avs, presentata anche nelle scorse legislature e a prima firma del leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, punta a fare sì che il trattamento economico minimo orario stabilito dal contratto collettivo nazionale non possa essere inferiore ai 10 euro lordi.

Proposta Azione a 9 euro l’ora
«Proponiamo di fare un salario minimo di 9 euro l’ora che vale anche per chi ha il contratto nazionale». Così il leader di Azione Carlo Calendaha presentato in conferenza stampa alla Camera a fine marzo la proposta dell’allora Terzo Polo sul salario minimo. L’ex ministro ha poi definito “antitetiche e inconciliabili” le proposte del M5s e del Pd. La proposta del gruppo Azione-Italia Viva si applica a tutti i lavoratori dipendenti e a tutti i lavoratori saltuari e parasubordinati i cui corrispettivi economici sono determinati su base oraria. Nel documento di presentazione della proposta si legge che «il salario minimo di 9 euro l’ora deve essere comprensivo, oltre che della tredicesima e del TFR, anche del cosiddetto “salario differito” e degli eventuali benefit accessori».

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