23 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Nicola Saldutti

Bisogna che i risparmiatori non perdano la fiducia nel sistema

Che il percorso del salvataggio delle quattro banche sull’orlo del crac (Cassa Marche, CariFerrara, CariChieti e Popolare dell’Etruria) fosse complicato, questo era fin troppo noto sia alla Banca d’Italia, sia al governo. Ma quello che sta accadendo dovrebbe far riflettere su un rischio: gli italiani hanno un rapporto con il risparmio molto particolare. È la fonte di sicurezza per il futuro, è la costruzione delle possibilità per i figli. Di questi tempi, l’unico patrimonio che davvero conta sui mercati, è la fiducia. Il progetto del ministro Pier Carlo Padoan di studiare «misure umanitarie» dovrebbe contribuire proprio a non rompere il rapporto fiduciario tra le banche e i loro clienti. Il tragico gesto del pensionato di Civitavecchia, se i fatti verranno confermati, ne è una rappresentazione estrema. Certo, non sono più possibili e consentiti i salvataggi di Stato di cui hanno così tanto beneficiato le altre banche europee (circa mille miliardi), ed è sempre più difficile chiedere agli altri istituti che già si sono fatti carico di un intervento da 2,3 miliardi ulteriori sacrifici. Un sentiero molto stretto. Ma in qualche modo bisogna che i risparmiatori non perdano la fiducia nel sistema bancario. Da gennaio entra in vigore il «bail in», una svolta epocale della quale bisognerà cominciare ad essere consapevoli. Come spesso ha ripetuto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il sistema si presenta solido a questa prova e dunque il dissesto delle quattro banche rappresenta un quota minima. Sebbene abbia colpito 130 mila risparmiatori. I prospetti informativi non erano chiari? Chi vigilava poteva fare di più? Queste banche hanno collocato titoli al di là dei rischi che i clienti potevano assumersi? Sarebbe utile che questi punti venissero chiariti con una certa fretta. Non è necessario scomodare la Costituzione, che tutela il risparmio. Ma neppure ignorarla del tutto.

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