19 Settembre 2024

Fonte: Sole 24 Ore

di Barbara Fiammeri

La sponda offerta dal leader di Italia Viva al suo omologo leghista sul ddl Zan conferma la “collaborazione” tra i due


Non si fidano l’uno dell’altro. Ma in politica diffidare è la regola non certo l’eccezione. Matteo Salvini e l’altro Matteo, Renzi, sono però pronti a scendere a patti. La sponda offerta dal leader di Italia Viva al suo omologo leghista sul ddl Zan è l’ennesima (e tantomeno sarà l’ultima) conferma della “collaborazione” tra i due, che spazia a 360 gradi. Sulla giustizia il leader di Italia viva sembra disponibile a sostenere i referendum leghisti e sul fisco la proposta del renziano Marattin non è invisa al Carroccio. Senza contare la partita più importante: il Quirinale. Renzi ha già anticipato che il suo obiettivo è raggiungere un accordo con la destra per il Quirinale così da avere un Capo dello Stato sostenuto da un consenso «amplissimo».

Il primato nel centrodestra
Una sponda, quella renziana, che per Salvini può rivelarsi utile anche in funzione anti-Meloni. Il rapporto tra il Capitano e la presidente di Fratelli d’Italia ha toccato il livello più basso. Certo più di quando Salvini dopo le politiche decise di dar vita assieme al Movimento 5 Stelle al Governo Conte I. La ragione è scontata. Allora tra i due non c’era rivalità. Nel 2018 la Lega viaggiava con il vento in poppa e nel giro di un anno (alle Europee) sarebbe passata dal 17,4 al 34,3% mentre Fdi ai tempi del governo giallo-verde era fermo a poco sopra il 4%.
Oggi invece è Giorgia a navigare a vele spiegate. Quasi tutti i sondaggisti confermano non solo il sorpasso sulla Lega ma la conquista del primo posto tra le forze politiche. E gran parte delle simpatie conquistate sono state sottratte proprio al Carroccio. I due al momento sono dunque più avversari che alleati. Lo si è visto del resto in occasione della diatriba sulla presidenza del Copasir così come sul Cda della Rai ma anche sulle alleanze in Europa.

L’orizzonte delle urne
La cartina di tornasole, però, che spiega non solo l’attuale distanza tra i due principali esponenti del centrodestra ma anche e soprattutto l’avvicinamento tra lo stesso leader della Lega e Renzi, è la decisione di Salvini di abbandonare di un ritorno a breve alle elezioni. Che invece resta l’obiettivo principale di Meloni, la quale non vede l’ora di vedersi riconoscere nelle urne il primato virtuale assegnatole nei sondaggi. «Accompagneremo Draghi fino alla fine della legislatura», ha dichiarato Salvini a inizio giugno.
Di tanto in tanto torna a ripetere (lo ha fatto anche nei giorni scorsi) che la Lega sarebbe pronta a sostenere l’attuale premier per il passaggio al Quirinale «qualora lo volesse». Ma sembrano frasi di circostanza. Anche perché a parte Fdi, nessun partito in questo momento aspira a tornare al voto, visto che si applicherà la riforma sul taglio dei parlamentari. Certo non Renzi.

La comune amicizia con Denis Verdini
Italia viva nei sondaggi continua a oscillare attorno al 3% e se si presentasse da sola rischierebbe di non entrare in Parlamento mentre la rappresentanza attuale di Italia Viva è assai più cospicua (28 deputati e 17 senatori) e può quindi giocare le sue carte sul ddl Zan come sul Quirinale. Le manovre sono in corso da tempo e certo non va sottovalutata la comune amicizia con Denis Verdini (che di Salvini è anche il suocero) noto per la sua capacità di tessere alleanze “anomale” e di ribaltare gli equilibri. Come face Renzi due anni fa alleandosi con M5S e lasciando spiaggiato salvini al Papeete. Ma è acqua passata.

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