Fonte: La Repubblica
di Anais Ginori
Parla l’ex presidente francese: “Siamo in guerra e per combattere il nemico dobbiamo definirlo: è l’isolamismo radicale”. All’attacco del governo di Hollande e Valls anche sulle manifestazioni contro la legge sul lavoro e sull’emergenza migranti
“La Francia e l’Europa sono in crisi di leadership”. Nicolas Sarkozy sbatte il pugno sul tavolo. “Manca una visione, un progetto”, spiega in oltre un’ora di colloquio nella sede dei Républicains. Mentre la Francia è in mezzo a una tempesta perfetta, tra minaccia terrorismo, scontro sociale, Dopo la strage di Orlando e l’uccisione dei poliziotti a Magnanville, pensa che la minaccia terrorista sia cambiata?
“Siamo in guerra. Se vogliamo combattere il nostro nemico dobbiamo definirlo: è lo jihadismo e l’islamismo radicale, che si nutrono l’uno dell’altro. C’è un cambio di dimensione e importanza della minaccia. Sono stati cancellati gli ultimi tabù. In Francia abbiamo visto un imprenditore decapitato, un giornale martirizzato, un concerto attaccato, una sparatoria fuori dai café, dei poliziotti uccisi a casa. Tutta la società è sotto attacco. Ma la risposta delle democrazie non è all’altezza”.
Quale dovrebbe essere?
“Per prima cosa tutti i detenuti islamici devono essere messi in isolamento per evitare il proselitismo nelle prigioni. Secondo: chiedo la creazione urgente di un servizio d’intelligence nelle carceri. Terzo: qualsiasi persona straniera o con la doppia nazionalità che abbia legami con attività terroristiche deve essere espulsa dal paese”.
E che cosa bisognerebbe fare con i cittadini francesi legati al jihadismo?
“Chi è sospettato di connessioni dirette o indirette con attività terroristiche deve essere messo agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Da un anno e mezzo chiedo la creazione di centri di deradicalizzazione per i francesi già condannati”.
Sullo sfondo c’è anche il conflitto in Siria.
“Quelli che mi rimproverano l’intervento in Libia guardino cosa è successo in Siria. Vediamo il risultato nell’aver tardato a intervenire: la presenza dell’Is e di Al Qaeda, al potere c’è sempre Bashar al Assad e l’opposizione moderata è ormai molto indebolita”.
L’Italia è in prima linea nella gestione dei flussi migratori. Bisogna costruire più hotspot?
“Non è coerente incitare le famiglie ad attraversare il Mediterraneo, rischiando la vita, per poi arrivare in un hotspot in Italia dove potrebbero essere espulse. Gli hotspot devono essere organizzati sulla sponda Sud del Mediterraneo affinché si possano esaminare le richieste dei profughi prima della traversata”.
È un altro sintomo della crisi dell’Europa?
“Il problema è l’assenza di leadership. Da due anni Schengen è a terra e non esiste nessuna proposta seria. L’unica, quella della redistribuzione con le quote, non è all’altezza. Quale che sia la risposta dei britannici al Brexit, bisognerà subito mettere sul tavolo un nuovo trattato europeo con al primo punto la creazione di un Euro-Schengen composto dai ministri dell’Interno, una presidenza stabile e il compito della gestione di Frontex”.
L’asse franco-tedesco ha fallito?
“Ho dei legami forti con l’Europa del Sud, amo il Mediterraneo. Ma so quanto la coppia franco-tedesca sia indispensabile. In Europa, quando questa coppia è affiatata gli altri si innervosiscono, ma quando non funziona tutti si preoccupano”.
La relazione tra Parigi e Berlino non è più quella di una volta?
“Non avrei mai accettato che Angela Merkel andasse da sola a trattare con Erdogan. Per l’Europa è un simbolo terribile. Ma non è colpa della cancelliera. Se la Francia è assente dai negoziati, è la responsabilità del presidente francese”.
Cosa pensa dell’ipotesi di un Brexit?
“Sarebbe un doppio disastro. L’Europa perderebbe la sua seconda economia. E per i nostri amici britannici sarebbe una catastrofe, ravvivando il problema della Scozia e della Gran Bretagna”.
Si sente capace di salvare la Francia e l’Europa?
“Con una domanda come questa se rispondessi di sì sarei ridicolo, e se negassi sarei ipocrita”.