Fonte: La Stampa
Ora l’emendamento dovrà passare ai Comuni dove il governo ha però la maggioranza
La Camera dei Lord ha approvato un emendamento che mira a vincolare il governo conservatore di Theresa May a sottoporre a un voto di Wesminster il risultato dei negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. È il secondo “schiaffo” in pochi giorni che la Camera Alta britannica assesta al governo conservatore dopo aver chiesto, e ottenuto, garanzie per i cittadini europei residenti Oltremanica.
L’emendamento approvato dovrà passare ora alla Camera dei Comuni dove l’esecutivo – che è contrario a concedere un potere di veto alle Camere – punta a rovesciarlo per garantire l’approvazione senza modifiche della legge per l’attivazione dell’iter della Brexit. Ai Comuni i conservatori godono della maggioranza e rovesciare il pronunciamento dei Lord non dovrebbe essere sulla carta complicato. Tuttavia diversi deputati hanno già fatto sapere di non essere disposti a dare un assegno in bianco al governo e di voler aver un ruolo – esprimendo un voto – sul risultato negoziale della Brexit.
Il premier Theresa May ha già detto che terrà sempre aggiornato Westminster ma è contraria a lasciare ai deputati un sì largo potere
Londra è intenzione ad attivare l’Art. 50 del Trattato di Lisbona (che dà inizio al reale processo legale di separazione dalle Ue) entro fine di marzo. Alcune fonti sostengono che la comunicazione partirà nella settimana antecedente le celebrazioni del 60° del Trattato di Roma (25 marzo) ovvero a partire da lunedì 19. Bisognerà tuttavia capire se l’iter legislativo dopo la battuta d’arresto di ieri, sarà completato entro quel giorno. Cosa non vincolante, ma dal punto di vista politico se la May innescasse l’Art 50 senza un chiaro via libera potrebbe incorrere in qualche problema politico.