19 Settembre 2024
Brexit3

Brexit3

L’accesso dell’Unione europea ai sistemi informatici del Regno Unito potrebbe sbloccare il Protocollo sull’Irlanda del Nord, che paralizza anche la politica a Belfast

Un database sulle merci in transito potrebbe sbloccare lo stallo post Brexit tra Regno Unito e Unione europea, che si protrae ormai da mesi, e sciogliere anche il nodo che paralizza la politica nordirlandese.

Comunicato congiunto dopo mesi
La schiarita va a impattare infatti sul Protocollo sull’Irlanda del Nord, la parte dell’accordo di recesso del Regno Unito dall’Unione europea pensata per scongiurare il ripristino di una frontiera fisica tra le due Irlande che è rimasta però nodo irrisolto. Lunedì, al termine di un incontro a Londra, il ministro degli Esteri britannico James Cleverly e il vice presidente della Commissione europea Maros Sefcovic hanno diffuso un comunicato congiunto – altro segnale significativo rispetto ai comunicati distinti che hanno contraddistinto tutti gli ultimi incontri – in cui sottolineano di «aver raggiunto un accordo sulla via da seguire per quanto riguarda la questione specifica dell’accesso della Ue ai sistemi informatici del Regno Unito».
Soddisfazione è stata espressa dal portavoce del premier britannico Rishi Sunak, che dal suo insediamento si è subito posto con un atteggiamento più dialogante sul dossier Brexit, e dal vicepremier e ministro degli Esteri irlandese Micheal Martin, oggi a Bruxelles per parlare del Protrocollo con Sefcovic. Positivo anche il commento di Simon Coveney, ministro del Commercio irlandese che, come precedente titolare degli Esteri, ha seguito da vicino i negoziati degli ultimi anni: l’intesa, ha detto Coveney, «può essere la base per maggiore flessibilità e cooperazione nella gestione dei movimenti delle merci».

Il Protocollo nordirlandese e il nodo dei controlli
Per cogliere la portata politica dell’accordo tecnico raggiunto un passo indietro si impone. Per preservare l’accordo di pace del 1998 tra l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito, e l’Irlanda, membro dell’Unione europea, ed evitare un confine fisico tra le due parti dell’isola, la Gran Bretagna ha accettato, nell’ambito dell’accordo di divorzio da Bruxelles, di lasciare nella sostanza l’Irlanda del Nord all’interno del mercato unico delle merci.

Inizia l’anno all’insegna del risparmio: -25% con in regalo l’Agenda del Risparmio 2023
Ciò ha reso però necessari controlli dal gennaio 2021 su alcuni prodotti provenienti dal resto del Regno Unito, anche se Londra prima ha goduto di periodi di grazia che le hanno permesso di non effettuarli su alcune merci, poi ha cercato di riscrivere l’accordo per ridurre queste barriere e promuovere il libero flusso commerciale tra quelle che considera entrambe parti integranti del Regno unito. Bruxelles, da parte sua, chiede da tempo dati in tempo reale sulle merci che attraversano il Mare del Nord per decidere se sono destinate al mercato nordirlandese o comunitario (e dunque richiedono o no controlli, anche di natura sanitaria, per verificarne l’allineamento con le normative Ue).
Il nuovo sistema messo ora a punto dalla Gran Bretagna, pur con la necessità di alcuni correttivi, dovrebbe consentire appunto di individuare le merci destinate all’Irlanda del Nord senza bisogno di controllarle.

Le ricadute politiche interne
Il tema sta politicamente a cuore agli unionisti protestanti nordirlandesi del Dup, che si oppongono con forza a qualunque controllo Ue su merci britanniche. E che proprio di una riscrittura del Protocollo hanno fatto precondizione per tornare ad applicare l’accordo di condivisione del potere con i nazionalisti dello Sinn Fein, mettendo così fine allo stallo politico che ha lasciato Belfast senza governo dalle elezioni del maggio scorso.
L’auspicio è ora che si possa raggiungere un’intesa definitiva entro il 19 gennaio, data ultima entro la quale, in assenza di un ripristino dell’accordo di governo, saranno convocate nuove elezioni in Irlanda del Nord.
Sul fronte più generale della Brexit restano naturalmente questioni importanti che ancora separano Londra e Bruxelles, a cominciare dal ruolo della Corte di giustizia europea. Lo scioglimento del nodo commerciale dopo mesi di muro contro muro potrebbe però essere un buon viatico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *