19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Alberto Custodero

Premier israeliano: “Presidente turco bombarda i curdi e aiuta i terroristi. Ue ipocrita, nessuna condanna per lanci razzi contro Israele”. Israeliano accoltellato in una stazione di bus. Scontri a Beirut davanti ambasciata Usa

Il Medioriente non è in fiamme, ma la situazione resta incandescente dopo quattro giorni dalla decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Scontri con feriti si sono registrati davanti all’ambasciata Usa di Beirut, un israeliano è stato accoltellato a Gerusalemme e – anche se in questa giornata si è attenuata la tensione in Cisgiordania – continua a salire la tensione politica internazionale.
È raro ad esempio che durante una conferenza stampa congiunta si veda uno scontro frontale come quello avvenuto oggi a Parigi tra il presidente francese  Emmanuel Macron e il premier israeliano Benyamin Netanyahu. “La decisione degli Usa è contraria al diritto internazionale” e “pericolosa per la pace”, ha attaccato Macron. “Parigi è la capitale della Francia, Gerusalemme è la capitale di Israele”, ha replicato Netanyahu, aggiungendo che è così “da tremila anni”. “Israele faccia un gesto coraggioso verso i palestinesi: ad esempio congeli la costruzione degli insediamenti israeliani “, ha rilanciato il presidente francese.
Gli Usa continuano imperterriti a difendere la loro decisione: l’ambasciatrice americana presso le Nazioni Unite, Nikki Haley, ha rivendicato la mossa di Trump sostenendo che “aiuterà il processo di pace” in Medio Oriente. Ma il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ribadisce che la decisione “potrebbe danneggiare l’impegno americano per un accordo di pace israelo-palestinese”.
Nel pomeriggio s’è svolto un vertice tra il palestinese Abu Mazen e il presidente egiziano Al Sisi al Cairo: il presidente palestinese è partito “improvvisamente” per il Cairo dopo la telefonata avuta con il suo omologo egiziano. Il terzo partecipante al vertice sarebbe stato re Abdallah di Giordania. Decine di migliaia di persone hanno manifestato a Rabat, la capitale del Marocco.

SCONTRO DIPLOMATICO 
Il premier israeliano accusa l’Europa di ipocrisia per non aver detto nulla sui lanci di razzi contro Israele provenienti da Gaza. La Lega Araba chiede che Gerusalemme est sia capitale della Palestina. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan accusa  Israele di essere “uno Stato terrorista” che “uccide bambini”. Israele ricorda – quasi a dire da quale pulpito – che Erdogan “bombarda i curdi e aiuta i terroristi anche a Gaza”.
Macron boccia Washington, definisce “infelice” la scelta di Trump e chiede a Erdogan di “contribuire alla pace” lanciando poi un appello alla calma a tutti esprimendo il timore che “si aggiunga instabilità alla regione”. Il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, esprime la sua “preoccupazione” e invita gli “Usa a muoversi per la pace”.
La Camera bassa del Parlamento della Giordania ha votato all’unanimità una mozione per chiedere al suo comitato legale di “ristudiare” tutti gli accordi firmati finora con Israele, principalmente il trattato di pace del 1994″. Amman ha un ruolo di custode dei luoghi sacri musulmani a Gerusalemme Est, territorio che era sotto la sovranità giordana quando Israele lo occupò nella Guerra dei sei giorni del 1967, e Israele controlla gli accessi e le visite al sito, in virtù di un patto ratificato negli Accordi di pace fra entrambi i Paesi nel 1994.
Di fatto, Egitto e Giordania sono gli unici Paesi arabi ad avere stretto accordi di pace con Israele. Alcuni deputati, inoltre, hanno chiesto al governo giordano di ritirare l’ambasciatore della Giordania in Israele, Walid Obeidat, e di riconsiderare le relazioni diplomatiche con gli Usa.
Papa Francesco lancia un appello “alla saggezza e alla prudenza”, invitando a “non far uso della violenza”. Violenza esercitata da entrambe le parti: secondo i palestinesi, il bilancio complessivo degli scontri dall’annuncio di Trump è di oltre 1.250 feriti. I vescovi europei ribadiscono l’importanza di “difendere lo status quo”.

ISRAELIANO ACCOLTELLATO DA PALESTINESE: “MIO SANGUE PER AL-AQSA”
Una guardia di sicurezza israeliana è stata accoltellata in una stazione bus di Gerusalemme: l’assalitore, un palestinese di 24 anni residente in Cisgiordania, è stato fermato incolume dopo aver tentato la fuga: la polizia parla di “attacco terroristico”. Il ferito, 25 anni, è stato colpito al petto. L’assalitore, presumendo che forse avrebbe perso la vita, prima del suo attacco aveva scritto su Facebook: “Per Allah ci siamo sollevati, il nostro desiderio è innalzare la bandiera, che Dio voglia che la nostra religione prevalga, e che la moschea al-Aqsa torni a risplendere”. “Venga pure versato il nostro sangue. Il suo valore è ben poca cosa se è versato per la nostra patria, per Gerusalemme, per la moschea al-Aqsa”.

L’ATTACCO ALL’AMBASCIATA USA DI BEIRUT
La polizia libanese ha lanciato lacrimogeni e ha usato i cannoni ad acqua contro i manifestanti che protestavano a Beirut davanti all’ambasciata Usa per protestare contro la decisione del presidente Usa.  I dimostranti, alcuni dei quali portavano bandiere palestinesi, hanno dato fuoco a pneumatici e contenitori della spazzatura e lanciato bottiglie contro le forze di sicurezza, che avevano barricato la principale via di accesso all’ambasciata nella zona di Awkar, a nord di Beirut. I manifestanti hanno bruciato bandiere di Usa e Israele.
I manifestanti sventolano bandiere libanesi e palestinesi, indossano la keffiah e cantano canzoni e slogan contro Trump. Tra loro, sia palestinesi che militanti dei partiti libanesi. Ci sono già alcuni arresti, cominciati dopo che il grosso dei manifestanti aveva lasciato la strada.
Il governo del Libano, che ospita circa 450mila rifugiati palestinesi, ha condannato la decisione di Trump. Il presidente libanese, Michel Aoun, la scorsa settimana ha definito la decisione una minaccia alla stabilità regionale. Il potente gruppo sciita libanese Hezbollah giovedì ha annunciato che sostiene l’invito di Hamas a una nuova intifada contro Israele in risposta alla decisione Usa. E il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha anche indetto una protesta per lunedì nei sobborghi sud di Beirut, feudo del gruppo.

HAMAS INCITA ALL’INTIFADA, ISRAELE DISTRUGGE TUNNEL DI HAMAS
Hamas intanto continua a incitare a “continuare l’intifada” e lo fa tra l’altro con con un poster che mostra un suo miliziano mentre impugna un fucile. Riferendosi alla uccisione a Gaza di due suoi miliziani in un’incursione aerea israeliana, sempre Hamas minaccia: “Il nemico pagherà un duro prezzo avendo infranto le regole della guerra alla resistenza. I prossimi giorni dimostreranno l’enormità del suo errore”.
Israele risponde facendo sapere di avere scoperto, e reso inoperativo, un nuovo tunnel militare di Hamas che da Khan Younes (centro della Striscia) si inoltrava per 200 metri in territorio ebraico. Il portavoce militare, Jonathan Conricus, ha spiegato che la galleria sotterranea era dotata di “sistemi sofisticati” per permettere il passaggio verso Israele e attaccare soldati e popolazione. “Non cerchiamo un’escalation – ha aggiunto – ma dobbiamo difendere i nostri civili e non accetteremo violazioni della nostra sovranità”.

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