21 Novembre 2024
ECONOMIA
Fonte: La Stampa

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Il governatore di Bankitalia: rigidità impresa frena lo sviluppo del Paese. Bonanni: su di noi parole a vanvera. Camusso: sono tutte ricette già fallite

Le conseguenze dell’immobilismo della politica e della società italiana «sono diverse da quelle che si manifestavano negli anni settanta: mentre allora era l’inflazione, oggi è il ristagno». Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco alla Luiss non risparmia le accuse. Prima se la prende con la politica poi sferza sindacati e imprese. «Rigidità legislative, burocratiche corporative, imprenditoriali, sindacali, sono sempre la remora principale allo sviluppo del nostro paese», dice il governatore.

 

Visco ha parlato di segnali di risveglio nell’economia, ma per rimettersi in carreggiata è necessario che il Paese faccia riforme strutturali. «Siamo scivolati indietro, abbiamo accumulato ritardi nel cogliere le opportunità offerte dai grandi cambiamenti: la globalizzazione degli scambi e la rivoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione». Il Governatore sottolinea i passi indietro dell’Italia, se dal dopoguerra all’inizio anni ’90 il reddito pro capite dell’Italia, era salito dal 25% al 70% in rapporto a quello degli Usa, «da allora si è ridotto a meno del 60%».

 

Per «ridare vigore» all’economia italiana, secondo il Governatore della Banca d’Italia, è di «evidente attualità» un’analisi fatta dall’ex Governatore Guido Carli nel 1971. «La nostra economia – scrisse Carli nelle Considerazioni finali di quell’anno – ha subito una ferita: né l’impulso della spesa pubblica, pur se orientata nelle direzioni più congrue, né l’espansione creditizia, pur se attuata con coraggio, varranno da soli a restituirle vigore. Occorrerà che durante un certo intervallo temporale si realizzino incrementi della produttività in modi compatibili con i più progrediti assetti che si mira a stabilire nella vita aziendale e nelle condizioni di lavoro (…) se ciò non accadrà – scriveva Carli nel ’71 – saremo costretti ad accettare saggi di sviluppo inadeguati». Dalla citazione di Carli, Visco prende spunto per ribadire la necessità di sciogliere risolutamente i nodi strutturali del Paese per ritrovare una crescita robusta.

 

Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, risponde a distanza al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che ha affermato che la rigidità frena il Paese chiedendo quindi riforme strutturali da varare con urgenza. «Ci sono alte autorità che spesso parlano a vanvera, non si deve fare di tutto un erba un fascio, e questo purtroppo è anche il comportamento di alte autorità», ha detto Bonanni a margine di un convegno organizzato da Eni Corporate University. Sul piede di guerra anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: «Mi sembra un riproporre di ricette che hanno già mostrato il loro fallimento». «Il governatore della Banca d’Italia- ha aggiunto Camusso – richiamando Carli ha riprodotto un vecchio concetto dei “lacci e lacciuoli”. Quella, se non erro, era esattamente la stagione nella quale il paese ha cominciato a disinvestire sul lavoro, a precarizzarlo determinando così un lungo percorso di riduzione dei costi e degli investimenti e un abbassamento dei salari dei lavoratori. Non mi pare che questo abbia prodotto una qualità dello sviluppo del nostro paese, altrimenti – ha concluso – non avremmo una crisi italiana dentro la crisi finanziaria mondiale».

 

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