Scuole al via ma senza 30 mila professori in cattedra. Il Miur ha pubblicato il Decreto Ministeriale con il quale si autorizzano 50.807 assunzioni in ruolo del personale docente per l’anno scolastico 2023/2024. All’appello mancherebbero quindi circa 30 mila docenti di ruolo come denunciano i sindacati. Una carenza legata alla mancanza di candidati inseriti nelle liste provinciali ad esaurimento (le famose Gae) o nelle graduatorie degli ultimi concorsi. Spiega Manuela Calza, segretaria Flc Cgil Scuola:«Nelle scuole sussiste un grosso problema di reclutamento: i dati parlano chiaro, abbiamo in organico di diritto oltre 81mila posti vacanti e sono state contrattualizzate solo 51mila persone circa». Per i posti vuoti serviranno quindi supplenti che però scarseggiano soprattutto nelle materie scientifiche.
La situazione si fa ancora più grave se si prendono in considerazione i docenti di sostegno. Su 100mila posti in organico di diritto, ci sono 50mila posti assegnati in deroga, spesso in seguito a sentenze: i genitori degli alunni con disabilità si rivolgono alla magistratura e così riescono a garantire più ore di sostegno per i figli. Significa che circa il 50% dei posti non viene assegnato a personale a tempo indeterminato, favorendo il precariato.
Dice Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola: «Abbiamo la disponibilità ad assumere ma non abbiamo i candidati poiché i concorsi non rendono i candidati a disposizione in tempo reale». A tutto ciò, aggiunge Barbacci, si aggiunge un forte divario tra Nord e Sud Italia. «C’è stata anche una selezione forte nelle regioni del Nord Italia dove c’è molta esigenza di posti disponibili, rispetto al Sud, e si sono create delle graduatorie che contengono meno idonei di quanto sono i posti messi a concorso. Ci sono tantissimi bocciati e gli abilitati sono pochi. La soluzione – noi la proponiamo da tempo – è quella di attivare un doppio canale: 50% del personale viene preso tramite concorso e il restante dalle graduatorie delle supplenze (Gps), quindi con docenti abilitati e con un servizio superiore a 36 mesi».