22 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Valentina Santarpia

Con gli ingressi e le uscite scaglionate, bisognerà vigilare per evitare assembramenti. C’è chi si è organizzato con gli alpini, la Pro Loco e le associazioni locali. Ma molti presidi hanno chiesto più bidelli. «Mancano 21 mila collaboratori scolastici», denunciano i sindacati


Ingressi scaglionati, divieto di assembramenti, orari differenziati in base alle classi: a scuola, quest’anno, serviranno i controllori. E potrebbe pure scattare qualche forma di «multa» per chi viola le regole. Ne sono convinti i presidi, che tra le richieste inviate al ministero dell’Istruzione, nei giorni scorsi, oltre ai banchi, hanno specificato la necessità di un numero maggiore di collaboratori scolastici, che dovrebbero essere adibiti non solo a garantire la pulizia in un orario più ampio ma anche a verificare che le norme anti-Covid siano rispettate, in entrata e in uscita, e che nessuno pensi di poter ricominciare la solita routine, più o meno caotica, degli scorsi anni. «In passato avevamo i nonni-volontari- ricorda Marzia Calvano, dirigente dell’istituto comprensivo Sassuolo 4° ovest- Quest’anno non possiamo ricorrervi, per ovvi motivi: gli anziani sono più suscettibili al virus. Stiamo parlando con gli enti locali per capire come muoverci». Il punto è che, dovendo mantenere un orario scolastico completo, «ingresso posticipato implica uscita posticipata, quindi turnazioni, sguarnendo una parte della mattina, oppure un numero maggiore di bidelli», riflette Matteo Loria, preside dell’istituto superiore Samuel Roncalli di Vigevano (Pavia). «Nel monitoraggio che è stato fatto dall’Usr abbiamo segnalato la necessità, vediamo…». Alcuni dirigenti stanno anche pensando di inserire il rispetto delle regole anti-Covid nel patto di corresponsabilità educativa, per coinvolgere a pieno le famiglie e non dover ricorrere a «vigili» della scuola. Ma è evidente che si tratta di documenti che hanno un valore più simbolico che pratico, e che per poter regolamentare, soprattutto in caso di bambini piccoli, serve una presenza fisica. Conferma Ludovico Arte, istituto Leonardo da Vinci di Firenze: «Tutti abbiamo chiesto qualche insegnante e qualche unità di personale Ata in più, ci farebbe comodo: se ci arriva, siamo tutti più contenti». All’ingresso «servirebbe qualcuno in più per controllare, per sorveglianza e vigilanza: gli ingressi scaglionati necessitano di personale in più, questo è un aspetto corretto del problema», sottolinea Cristina Costarelli, liceo Newton di Roma. C’è chi, in attesa dell’eventuale personale in più, si è già organizzato: «Almeno per i primi mesi, per l’ingresso avremo l’appoggio degli alpini, delle Pro Loco e di alcune associazioni locali, mentre l’uscita si riesce a gestire- spiega Alfonso D’Ambrosio, preside dell’istituto comprensivo Lozzo Atestino di Vo’Euganeo- Noi grossi problemi non ne abbiamo perché abbiamo nove plessi, e in ognuno anche due/tre ingressi, quindi un centinaio di bambini solo che entrano dallo stesso punto, e che scaglioneremo di 5/10 minuti. Ma ho chiesto 4 collaboratori in più proprio per il supporto nell’entrata e nell’uscita . Il ministero assicura che ce li darà, ma non ho letto ancora un decreto con numeri certi, quindi aspettiamo». Pure Angelo Canio D’Alessio, preside dell’istituto comprensivo Ronchi di Cellamare (Bari), aspetta «fiducioso» personale in più per organizzare gli ingressi.
«La parola chiave della riapertura delle scuole è bidelli, ovvero collaboratori scolastici», sottolinea Andrea Di Mario, preside del Carducci di Milano. «Ho tre ingressi, devo avere almeno tre bidelli. Ne servono di più, considerata tutta una serie di casistiche: non tutti possono svolgere le stesse mansioni. Il piano scuola dice di allungare di un giorno le lezioni per dislocare, quando in realtà se si parla di bidelli bisognerebbe fare il contrario. I collaboratori scolastici lavorano sei giorni al giorno, nelle scuole di sei giorni a settimana, in quelle di 5 giorni sette ore e 16. Quindi per averli tutti contemporaneamente o fare dei turni sarebbe addirittura meglio che una scuola che fa sei giorni ne facesse cinque per poter contare sui collaboratori».
Ma quanti collaboratori servono? Secondo i sindacati, partiamo da una situazione già svantaggiata: denunciano 21 mila posti Ata mancanti e chiedono al ministero «di mettere a disposizione delle scuole un organico aggiuntivo sia per il personale docente che ATA da utilizzare per: eventuale sdoppiamento o articolazione delle classi, laddove necessario; incrementare la didattica in termini di potenziamento orario; sostenere il lavoro laboratoriale (Assistenti tecnici in ogni scuola di base), la didattica, la sorveglianza e assistenza degli alunni, intensificare le pulizie con più collaboratori scolastici».Rino Di Meglio (Gilda), sottolinea: «Le linee guida non ci hanno spiegato come i ragazzi dovranno andare in bagno, come si fa quando arrivano a scuola, come si trova una soluzione in una scuola di due mila alunni per scaglionare gli ingressi». E Marcello Pacifico, Anief, spiega: «L’organico Ata è ridotto al minimo , servono rinforzi, abbiamo molte scuole con un solo collaboratore scolastico in servizio, che oltre alla pulizia dei locali è anche addetto alla sorveglianza, alla sicurezza ed alla assistenza dei minori nell’utilizzo degli spazi e dei servizi igienici».

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