22 Novembre 2024
studente b N

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L’esame di Stato e i test per accedere alle facoltà universitarie nel momento della scoperta di sé, delle proprie passioni e del modo per realizzarle

Nel pianeta scuola sono venuti alla luce nuovi eroi mitologici. Studentesse e studenti dell’ultimo (anche del penultimo) anno di scuola superiore alle prese con un mostro: per corpo ha un’aula liceale, per testa (anzi due) l’esame di Stato e i test per accedere alle facoltà universitarie. Ricordiamolo subito che mostro è una parola bella e sfidante, condensa diverse sfumature di significato.
>In latino mostrum è un prodigio, un evento stra-ordinario e come tale può esserlo in senso positivo e in senso negativo, un polo etimologico accomunato dall’idea che nella vita avvengono fatti che ci avvertono e ci insegnano che sta capitando qualcosa di speciale. E qualcosa di speciale avviene ai giovani nelle loro scuole superiori: stanno conoscendo il sé sconosciuto che è in loro, anno per anno, giorno per giorno. La scoperta di sé passa inevitabilmente dalla scoperta delle proprie passioni e dal modo per realizzarle, gli anni della scuola superiore e il mondo universitario. È qui che i nostri figli e studenti vivono un corto circuito che faticano a sostenere.

Totalmente assorbiti nella preparazione dei test universitari, il loro futuro, non riescono a vivere come meriterebbero (anche questo è un merito) il loro presente. Irripetibile. Perché fatto di una stagione della vita dove tutto sembra possibile e perché è la stagione della vita in cui affinare gli strumenti per mettere a fuoco ciò che è giusto per noi. E invece i ragazzi vivono in un vuoto temporale, sospesi tra passato e futuro. Tra versi di Medea e test a crocette.
Come uscirne? Per esempio, togliendo alla maturità il suo alone di formalità: bassissime percentuali di chi non la supera e scarsa rilevanza della valutazione finale ci dicono questo. Una formalità che però si nutre dell’ansia e dell’energia dei nostri ragazzi, che sentono di deluderci se falliscono un test o un voto di maturità. Navigare nelle acque di un esame finale scollegato dalla vita, presente e futura, è per i nostri ragazzi la tredicesima fatica di Ercole.

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