Fonte: Corriere della Sera
di Sergio Rizzo
La lista dei buoni è tragicamente corta. La lista dei sindaci che prima delle lezioni avevano aderito alla campagna «Sai chi voti» promossa da Riparte il futuro, Transparency international, Associazione pubblici cittadini e una serie di altre organizzazioni della società civile, e poi hanno rispettato gli impegni, sono soltanto due. Si chiamano Ilaria Caprioglio, prima cittadina di Savona eletta in una lista civica di centrodestra e Alessandro Canelli, sindaco di Novara, leghista. Gli unici a dar seguito alla promessa di procedere alle nomine pubbliche seguendo le regole di trasparenza e pubblicità previste dalla loro adesione alla campagna «Sai chi voti»: contrariamenti a quello che invece hanno fatto dieci loro colleghi. Il bello è che in cima alla ben più lunga lista di chi non ha rispettato gli impegni nei primi 100 giorni di mandato, c’è proprio il nuovo che avanza. Innanzitutto Virginia Raggi, «bocciata», per Federico Anghelè di Riparte il futuro, «perché non ha mantenuto un’elementare promessa sottoscritta e visibile a tutti». Si riferisce, Anghelè, anche alla nomina del presidente dell’Atac Manuel Fantasia, designato senza le previste audizioni pubbliche. Se affermare che questa sia la «conferma che le parole trasparenza e onestà per molti sindaci siano solo orpelli mediatici», come sostiene l’animatore dell’associazione, può forse apparire un giudizio prematuro, certo è che Virginia Raggi non è sola. Nella lista dei cattivi di Riparte il futuro figura anche la sindaca grillina di Torino Chiara Appendino, per le nomine del presidente della municipalizzata dei servizi di igiene ambientale Amiat e di un consigliere della società di trattamento dei rifiuti Trm: fatte entrambe senza obbedire ai principi condivisi con l’adesione alla campagna «Sai chi voti». Quanto al sindaco di Bologna Virginio Merola (Pd), l’associazione sottolinea che non soltanto non ha seguito le regole che aveva accettato, ma ha fatto spallucce davanti ai rilievi di una consigliera che gli ricordava gli impegni presi. Mentre il sindaco di Gallarate Andrea Cassani (Lega) è arrivato a dichiarare: «le audizioni pubbliche non sono una nostra priorità». Quanto è brutta la memoria corta…