«Se Putin fosse stato una donna, non avrebbe mai invaso l’Ucraina, la sua folle guerra è un perfetto esempio di mascolinità tossica».
Prendiamo per buona l’osservazione di un femminista insospettabile come il premier inglese Boris Johnson.
Ma allora sarebbe riduttivo circoscriverla al micio-macho Vladimir e alla sua corte di bulli al testosterone.
Per esempio, se anche Joe Biden fosse stato una donna, non avrebbe dato del macellaio al presidente russo: non in pubblico, almeno, e comunque non prima di avergli rivolto un finto complimento. Lo stesso Johnson, se fosse stato una donna, avrebbe evitato svariate figuracce, tipo organizzare feste private durante il lockdown imposto da lui, ma soprattutto avrebbe evitato di farsi beccare. Se Scholz fosse stato una donna, sarebbe stato la Merkel. Se Berlusconi fosse stato una donna, non saprei. Ma se Putin fosse stato una donna, di sicuro Berlusconi ci avrebbe provato.
E se fosse stato il Salvini, una donna? La Meloni sarebbe diventata un uomo, soltanto per fargli dispetto. Quanto a Grillo, se fosse stato una donna, mai avrebbe trascurato per anni la sua creatura a cinque stelle, salvo tornare a occuparsene, e in maniera sgangherata, quando ormai era andata in malora.
Per completare il giochino di Boris, resta il presidente della Banca Centrale Europea. Se fosse stato una donna, avrebbe gestito le crisi di questi anni con un po’ più di tatto, empatia e risolutezza. Ops, mi dicono che è una donna.