Fonte: Corriere della Sera
di Federico Fubini
I risultati di un’indagine sulla governance italiana all’ultima giornata del Forum di Cernobbio
L’ Italia è quel Paese che dal 1990 ha cambiato 5 leggi elettorali eppure ha avuto 21 governi, con l’alternanza di 13 presidenti del Consiglio e oltre 40 partiti di maggioranza (mentre la Germania cambiava una sola legge elettorale e tre cancellieri con quattro partiti diversi). L’Italia è anche quel Paese che in questa legislatura conta 259 cambi di casacca in Parlamento, di cui 94 da febbraio a oggi. Del resto il modello di finanziamento dei gruppi li incentiva a frammentarsi in forme sempre più pulviscolari, perché in media a ogni deputato corrisponde un budget annuale di 50 mila euro e a ogni senatore uno di 69 mila. L’Italia è poi quel Paese nel quale l’incertezza nelle attribuzioni fra i diversi livelli di governo fa sì che i ricorsi fra Stato e Regioni hanno quintuplicato in vent’anni i giudizi della Corte costituzionale. È un Paese affetto da mali così strani da richiedere neologismi: «pocotuttismo, social-networkismo, scaricabarilismo, ma-anchismo, benaltrismo, calimerismo, colpevolismo». Per non parlare del tribalismo e del cinismo.
Ambrosetti The European House si è fatto aiutare da molte personalità — fra queste Sabino Cassese, Ferruccio de Bortoli, Gherardo Colombo e Giuseppe De Rita — per una diagnosi ma soprattutto per indicare soluzioni possibili. L’amministratore delegato di Ambrosetti, Valerio De Molli, ha presentato ieri i risultati di un’indagine sulla governance italiana all’ultima giornata del Forum di Cernobbio. Ecco alcune idee: attribuire metà dei seggi con voto uninominale, introdurre un voto di preferenza senza liste bloccate; sfiducia costruttiva per cui un governo cade solo se un altro è pronto; istituzione di un’Alta Corte, esterna, indipendente e formata da personalità di competenze diverse nominate dal ministro della Giustizia, che possa giudicare i magistrati. L’elenco delle proposte del rapporto sarebbe lungo e incontrerà (anche) ostilità. Ma nessuno potrà dire che non tocca i nervi scoperti del Paese.
Ambrosetti The European House si è fatto aiutare da molte personalità — fra queste Sabino Cassese, Ferruccio de Bortoli, Gherardo Colombo e Giuseppe De Rita — per una diagnosi ma soprattutto per indicare soluzioni possibili. L’amministratore delegato di Ambrosetti, Valerio De Molli, ha presentato ieri i risultati di un’indagine sulla governance italiana all’ultima giornata del Forum di Cernobbio. Ecco alcune idee: attribuire metà dei seggi con voto uninominale, introdurre un voto di preferenza senza liste bloccate; sfiducia costruttiva per cui un governo cade solo se un altro è pronto; istituzione di un’Alta Corte, esterna, indipendente e formata da personalità di competenze diverse nominate dal ministro della Giustizia, che possa giudicare i magistrati. L’elenco delle proposte del rapporto sarebbe lungo e incontrerà (anche) ostilità. Ma nessuno potrà dire che non tocca i nervi scoperti del Paese.