POLITICA/EUROPA
Fonte: La StampaIl premier presenta il programma in Aula: pacchetto di riforme in tre anni. E poi all’Europa: «Sia solidale sull’immigrazione o si tenga la moneta unica». Sul nodo flessibilità: «L’Ue è un bivio: deve cambiare e ridurre disoccupazione»
L’Italia va al vertice Ue con determinazione e convinzione ed è più forte in Europa. È questo il messaggio che Matteo Renzi vuole dare alla Camera presentando la road map del semestre di presidenza italiana. Invita a ricordare che l’Unione europea non è «altro da noi» e auspica sia casa della politica e non della tecnocrazia: «Non basta un copia e incolla tecnocratico per colmare la ferita nelle istituzioni, perché in questo modo si perde l’occasione per cambiare. E chi non vuole la crescita viola il trattato». Poi sui migranti rimarca: «L’Europa sia solidale o si tenga la sua moneta». Al semestre, Roma intende presentarsi con un pacchetto di riforme, spiega Renzi: fisco, sblocca Italia, diritti, agricoltura, Pa, Welfare. «Il semestre di presidenza italiana deve essere l’occasione per un pacchetto di riforme. Ci prendiamo, dopo i primi 100 giorni più o meno scoppiettanti, un arco di tempo più ampio, di medio periodo, mille giorni, dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017», dice il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, parlando in Aula alla Camera. «Inseriamo – ha spiegato Renzi – un arco temporale ampio su cui sfidiamo il Parlamento», fermo restando che «se volete potete mandarci a casa domani mattina ma vi indichiamo un arco di tempo triennale».
UE FLESSIBILE, RENZI: «RISPETTEREMO LE REGOLE»
Italia, Europa. Il premier ha presentato il programma per il semestre Ue a guida italiana. Al centro del dibattito l’apertura della cancelliera tedesca Angela Merkel sul nuovo patto di stabilità. A differenza di quanto fece la Germania nel 2003 «noi non chiediamo di violare la regola del 3 per cento. Come la Germania di allora, però, noi vogliamo smettere di vivere l’elenco delle raccomandazioni come una lista della spesa che tutte le volte ci capita fra capo e collo e che sembra essere una sorta di elenco di cose da fare quasi che questo trasformi l’Europa in una vecchia zia noiosa che ci spiega i compiti da fare e che noi possiamo semplicemente cercare di elencare facendo poi di volta in volta il meglio che possiamo fare». ha affermato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenendo in Aula alla Camera. E ha precisato: «Abbiamo sempre detto che rispettiamo le regole. Non è in discussione: l’abbiamo sempre rispettate e continueremo a farlo ma c’è modo e modo di affrontare le regole». Il Consiglio europeo di giovedì e venerdì, dopo il dossier nomine, «proseguirà con l’appuntamento sulla situazione economica, anche alla luce delle raccomandazioni che abbiamo ricevuto», ha ricordato Renzi, spiegando che siamo «grati alla commissione per le raccomandazioni agli stati membri in questo momento in cui spetta ai paesi membri dare raccomandazioni alla commissione».
«SERVE RIDURRE LA DISOCCUPAZIONE»
«In questi anni si è affidato alla moneta il compito di costruire l’Europa, e sia detto senza alcun riferimento critico al valore fondamentale delle politiche economiche e finanziarie del processo di integrazione. Ma la moneta unica non basta», ha detto il premier Matteo Renzi sottolineando che: «Viola il trattato chi parla solo di stabilità, non chi parla di crescita. Non c’è possibile stabilità senza crescita. Senza crescita c’è l’immobilismo». E ha aggiunto: «O l’Europa è in grado di assumere la battaglia contro la disoccupazione o non ci sarà alcuna stabilità possibile».
IMMIGRAZIONE, IL PREMIER: «SERVE UE SOLIDALE OPPURE SI TENGA L’EURO»
Altro tema toccato dal premier, quello dei migranti e dei continui sbarchi nel canale di Sicilia. «Se dobbiamo sentirci dire: “Il problema non ci riguarda”, rispondiamo “tenetevi la vostra moneta ma lasciateci i nostri valori”», ha detto il premier Matteo Renzi parlando della politica europea per l’immigrazione in Aula alla Camera. «Non basta avere una moneta, un presidente in comune, una fonte di finanziamento in comune, o accettiamo destino e valori in comune o perdiamo il ruolo stesso dell’Europa davanti a se stessa».